Rete Invibili - Logo
Ilaria Cucchi (Rc); rinchiusi nei Cie senza aver fatto nulla di male
Valeria Costantini
Fonte: Corriere della Sera, 19 febbraio 2013
19 febbraio 2013

La candidata alla Camera di Rivoluzione civile: rabbia e sconforto tangibili. Gabriella Guido di LasciateCIEntrare: "Chiudere queste carceri per immigrati.

"Una rivolta annunciata, portata avanti da chi è richiuso senza aver fatto nulla di male": Ilaria Cucchi ha ancora negli occhi le immagini di quei ragazzi nigeriani disperati, detenuti nei cameroni del Cie di Ponte Galeria. La capolista alla Camera per il Lazio di Rivoluzione Civile, aveva avuto modo di visitare il centro romano lo scorso 4 febbraio in occasione della campagna "LasciateCIEntrare". "Lo sconforto e la rabbia erano tangibili, - racconta Ilaria - uomini e donne urlavano attraverso le sbarre, cercando di raccontarci la loro storia, di chiederci aiuto. È indispensabile che oltre al problema delle carceri, il Governo si occupi anche di risolvere l'emergenza in questi centri di detenzione".

A raccontare la tensione esplosiva che si respirava al Cie, è la stessa portavoce della campagna LasciateCIEntrare, Gabriella Guido: "Da tempo insieme a tante altre associazioni, chiediamo la chiusura di queste carceri per immigrati - sottolinea - Serve una nuova normativa in materia di detenzione amministrativa, altrimenti episodi come quello di oggi non faranno che ripetersi e degenerare". Anche Roberto Natale, ex presidente della Federazione Nazionale Stampa Italiana e oggi candidato Sel alle prossime elezioni politiche, non ha dubbi sull'urgenza di chiudere i Centri di Identificazione ed Espulsione italiani.

"Non solo perché si tratta di bombe sociali pronte a esplodere, di concentrati di violenza e soprusi, in cui viene rinchiuso chi non ha commesso alcun crimine, - ricorda Natale - ma anche per lo spreco di fondi pubblici che vengono usati nella creazione e gestione di queste strutture". A rendere più rischiosa la situazione al complesso di Ponte Galeria, secondo la Guido, è la bassa età media dei detenuti. "Ci sono molti giovanissimi, soprattutto nord - africani. - aggiunge - In altri centri sono rinchiusi uomini adulti, più drammaticamente abituati a dover subire questo genere di deprecabile detenzione".