Venerdì 20 luglio 2001. – Nell’ambito delle manifestazioni organizzate dal Genoa Social Forum contro il vertice dei G8, il corteo dei disobbedienti, proveniente dallo stadio Carlini, viene più volte caricato dai Carabinieri e polizia mentre si trova in via Tolemaide, in un percorso autorizzato, ad oltre trecento metri dal limite convenuto. Durante le cariche, giudicate da moltissimi testimoni di una violenza inaudita quanto ingiustificata, oltre ai gas lacrimogeni e ai getti d’acqua urticante, vengono sparati anche numerosi colpi di arma da fuoco. E’ difficile fuggire, con un corteo di diecimila persone che preme alle spalle: chi cade viene colpito da tre, quattro, anche cinque agenti per volta. I manifestanti iniziano forme di resistenza, tentando di creare barricate. Un gruppo, vedendosi aggredito anche dalle vie laterali, cerca di creare al corteo una via di uscita seguendo un plotone di carabinieri che si ritira, protetto da due camionette, verso piazza Alimonda. Una delle camionette si ferma, inspiegabilmente, contro un cassonetto; dal finestrino posteriore spunta una pistola; la maggior parte dei manifestanti fugge; la pistola in un primo momento prende di mira un giovane, che si china e scappa, quindi si rivolge verso Carlo che, sopraggiunto, ha raccolto un estintore vuoto ai suoi piedi. Quando Carlo alza le braccia la pistola spara due volte: il primo colpo lo raggiunge in pieno viso; dopo il secondo colpo la camionetta è in retromarcia e passa – nonostante le urla di avvertimento dei presenti – con la ruota posteriore sinistra sul suo corpo che è rotolato in avanti; quindi, ripassando sul corpo, la camionetta si allontana per via Caffa, al di là delle forze di polizia schierate che hanno assistito al fatto senza intervenire.
Quanto avviene in seguito è testimoniato da numerosi filmati e immagini fotografiche, oltre che dagli stessi reporters presenti.
Quando, più di dieci minuti dopo, giungono le infermiere del GSF, il cuore di Carlo batte debolmente ancora.
5 maggio 2003. – Dopo quasi due anni le indagini conseguenti la morte di Carlo trovano la loro conclusione. E’ una conclusione non nuova per chi ha seguito negli anni casi analoghi (manifestanti uccisi dalle forze dell’ordine durante pubbliche manifestazioni): il GIP ha accolto la richiesta di archiviazione per legittima difesa avanzata dal PM, formulando un giudizio di assoluzione sull’operato di Mario Placanica (il carabiniere che si è autoaccusato di aver sparato) persino più ampio di quello del PM: il militare non solo agì per legittima difesa, ma fece legittimo uso delle armi.
Un documento, quello dell’archiviazione, che non fuga i numerosi dubbi nati sulla vicenda. Dubbi che riguardano il numero degli occupanti la jeep; quanti carabinieri abbiano sparato in Piazza Alimonda (e chi, fra questi, abbia colpito Carlo al volto); la reale distanza del ragazzo dalla Jeep (e conseguentemente la “fantasiosa” teoria secondo cui il proiettile, originariamente sparato verso l’alto, sarebbe stato deviato da un calcinaccio o da un sasso, finendo con il colpire Carlo solo per una “sfortunata carambola”…); il presunto stato di panico dello sparatore (il carabiniere che apre il fuoco aveva estratto la pistola ben prima che Carlo raccogliesse da terra l'estintore, impugnandola con fermezza ad altezza d’uomo, braccio ben teso e mano inclinata di lato: la posa di chi vanta una buona dimestichezza con le armi e sta prendendo la mira); le molte contraddizioni di Placanica nelle sue dichiarazioni (sia di fronte al Magistrato che in interviste pubbliche)…
Dubbi che non si fermano “al fatto”, ma investono il “dopo” la morte di Carlo di ombre persino più inquietanti, visto che non è ancora stata spiegata l’origine della ferita rinvenuta sulla sua fronte (inspiegabile, se non come ferita inferta DOPO la caduta a terra) e la relazione di tale ferita con le primissime deposizioni dei funzionari delle forze dell'ordine in Piazza Alimonda, che affermarono che il giovane era morto a causa del lancio di una pietra da parte di un dimostrante…
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CHI SIAMO
Il COMITATO PIAZZA CARLO GIULIANI – O.N.L.U.S è formato da amiche e amici, familiari, cittadine/i che nell’evento del 20 luglio 2001 hanno visto un drammatico segno dei tempi e per questo s’impegnano a mantenerne viva la memoria e ad intervenire in ogni circostanza che presenti la possibilità del suo ripetersi.
Il Comitato Piazza Carlo Giuliani o.n.l.u.s., esclusa ogni finalità di lucro, ha per scopo di promuovere attività di tutela dei diritti civili ed in particolare:
– affermare il rispetto per la vita di tutti e di chi, come Carlo, era solo un ragazzo che voleva un mondo più giusto;
– ribadire il diritto, sancito dalla nostra Costituzione, di manifestare il proprio pensiero e di poterlo esprimere scendendo in piazza, senza che nessun governo cerchi di impedirlo utilizzando le forze dell’ordine come strumento di repressione e di inammissibile violenza;
– informare sui fatti avvenuti in Genova nel luglio 2001, denunciando censure, falsità ed omissioni degli organi di informazione, per ottenere riconoscimento dei diritti civili violati, verità e giustizia;
– incrementare il “Fondo in memoria di Carlo Giuliani” per proseguire e ampliare le iniziative di solidarietà internazionale.
Per tali finalità il Comitato Piazza Carlo Giuliani o.n.l.u.s. si propone di promuovere, sia in Italia, sia sul piano internazionale, iniziative e progetti di solidarietà a favore di chiunque si veda negato l’accesso ai diritti civili; si propone inoltre di instaurare attive relazioni con cittadini, associazioni, movimenti e partiti di tutto il mondo – pur nel rispetto dell’autonomia di ciascuno – che riconoscano come propria la finalità della tutela dei diritti civili e di libertà.
Tutti coloro che condividono tale finalità possono, a loro richiesta, divenire Sostenitori del Comitato.
Per diventare anche tu Sostenitore del Comitato scarica il modulo presente sul sito www.piazzacarlogiuliani.org.
Per qualunque informazione rivolgiti a: piazzacarlogiuliani@tiscali.it
IL FONDO
“IN MEMORIA DI CARLO GIULIANI”
Da luglio 2001 ad oggi sono stati realizzati:
– l’adozione a distanza decennale di tre bambini (in Cambogia, in Salvador e in Mozambico) tramite la Comunità di Sant’Egidio;
– un contributo al finanziamento di una scuola elementare per 620 bambini nel Saharawi (progetto AUSER SPI CGIL di Genova);
– l’apertura a Gerusalemme Est, in collegamento con Progetto Sviluppo della CGIL, di un Centro per sussidi tecnici per disabili destinati ai ragazzi palestinesi mutilati di guerra;
– un contributo ad Emergency per iniziative in favore della popolazione afghana;
– un secondo contributo a Emergency finalizzato al mantenimento della corsia pediatrica dell’ospedale di Kabul;
– l’adozione decennale a distanza di altri quattro bambini mediante
la Comunità di Sant’Egidio;
– una donazione alla comunità di San Benedetto al Porto (Don Gallo)
per permetterle di superare l'attuale crisi economica affinchè possa
continuare ad aiutare persone in condizione di disagio sociale a reinserirsi
nel mondo del lavoro;
– la donazione alla Croce Verde di Sestri Ponente (Genova) di un’auto-medica attrezzata per il trasporto di plasma e l’assistenza a disabili, dializzati, malati terminali.
I fondi si raccolgono presso:
Agenzia UNIPOL Banca
via De Marini 15, 16149 Genova
C/C 2007
ABI 03127 - CAB 01403
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