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14 indagati per omicidio colposo dopo morte di un detenuto gravemente ammalato
Fonte: Adnkronos, 3 gennaio 2012
3 gennaio 2012

Il pm della Procura di Trani, Luigi Scimè, ha iscritto nel registro degli indagati 14 persone per la morte del 34enne Gregorio Durante, avvenuta nel carcere di Trani lo scorso 31 dicembre. Il reato ipotizzato dal pubblico ministero è omicidio colposo. Sotto inchiesta il personale sanitario in servizio nel penitenziario che ha avuto in cura la vittima, il direttore del carcere e i medici del reparto di psichiatria dell'ospedale di Bisceglie dove il 34enne di Nardò era stato ricoverato, prima di essere dimesso il 31 dicembre. L'iscrizione nel registro degli indagati è un atto dovuto per permettere a tutti di partecipare all'autopsia che sarà eseguita domani dal medico legale Biagio Solarino. L'autopsia servirà a chiarire le cause della morte e soprattutto se il decesso potesse essere evitato come sostiene la famiglia della vittima, che ha presentato la denuncia. Secondo i parenti di Durante, il 34enne stava male e non doveva restare in carcere, bensì doveva essere trasferito in una struttura sanitaria, così come era stato chiesto lo scorso 15 dicembre attraverso un'istanza di sospensione dell'esecuzione della pena.


Dino Marino: ora si chiudano Ospedali psichiatrici giudiziari


"La morte, nel carcere di Trani la notte di San Silvestro, di Gregorio Durante è l'ennesimo decesso, stavolta avvenuto in un Ospedale psichiatrico giudiziario, che riaccende i riflettori su queste strutture che rappresentano una vergogna per il nostro Paese e per questo vanno chiusi, così come ci aveva già ricordato l'estate scorsa il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano".

È dura, durissima, decisa, la presa di posizione del consigliere regionale Dino Marino (Pd) sull'episodio avvenuto nel carcere di Trani. Una presa di posizione che è, insieme, un monito ad innalzare l'attenzione e un richiamo alle Istituzioni.

Marino ricorda che "i parenti e i legali di Durante avevano chiesto da tempo la sua scarcerazione per incompatibilità con il regime carcerario in seguito ai postumi di un'encefalite virale che l'aveva colpito", poi, pone due questioni: "la prima, chiudere immediatamente gli Ospedali Psichiatrici Giudiziari, cancellati solo sulla carta dall'ultima riforma della sanità penitenziaria, non ci sono le più elementari condizioni igienico-sanitarie mentre non si contano i casi di costrizione fisica in letti a cui i pazienti vengono legati come se fossero all'inferno. "La seconda - continua Marino - è che in Puglia dopo che abbiamo nominato il Garante delle persone private delle libertà; bisogna verificare seriamente il protocollo d'intesa tra Regione Puglia e Ministero della Giustizia per la sanità carceraria. Casi come questo si evitano anche dando piena attuazione alla riforma della sanità penitenziaria".

Garante detenuti. Il riferimento del consigliere piddino è a Pietro Rossi, la cui nomina, l'anno scorso, era stata salutata a politica benedicente e fra cori di giubilo a questo punto esagerati. "Più volte abbiamo denunciato le drammatiche situazioni in cui versa la sanità penitenziaria, trasferita dal 2008 dallo Stato alle Regioni, anche quella mattina (il giorno della nomina di Rossi ci fu un altra morte misteriosa in carcere a Trani) ne abbiamo sottolineato l'inadeguatezza e quell'ultimo episodio dimostra quanto fosse necessaria alla Puglia la figura del Garante per i detenuti. A lui - calca la mano Marino - abbiamo assegnato il compito di restituire dignità alle persone private di libertà, ripristinando alcuni diritti fondamentali come quello della salute".

Domanda. "Ma - si chiede Marino - da allora il dott. Rossi è stato messo nelle condizioni di operare? Questo è l'interrogativo che pongo alla giunta regionale della Puglia. Nella nostra Regione non possono avvenire queste morti per inciviltà, non possiamo avere l'anima in pace solo perché da qualche mese abbiamo nominato il garante pugliese. Non basta, non è giusto. Quando muore una persona in carcere siamo di fronte ad una sconfitta per tutti, per lo Stato, per quelli che potrebbero fare qualcosa e invece, continuano a chiudere gli occhi ed ignorare che c'è bisogno di una vera riforma carceraria e per tutti quei cittadini che credono di popolare un Paese civile".