Un detenuto di 41 anni è morto martedì pomeriggio nell'ospedale di Velletri a causa di alcune percosse subite il giorno precedente, ma è giallo sulle cause del decesso. Per l'associazione Antigone, che ha denunciato l'episodio, a provocarne la morte sarebbero state le violenze subite dopo l'arresto, ma il direttore del carcere di Velletri, Giuseppe Makovec, frena: "Non è possibile stabilire il nesso di causa-effetto tra le fratture riportate dalla vittima e il decesso e ancora meno se queste possano essere state provocate dalla colluttazione in cui l'uomo era coinvolto o dalle fasi concitate dell'arresto", ha affermato al Velino.
Il detenuto, un tossicodipendente italiano di 41 anni con diversi precedenti per droga era arrivato in carcere lunedì sera dalla questura di Anzio, dove era stato condotto da una volante di polizia al termine di una rissa e in seguito era stato arrestato per resistenza e lesioni a pubblico ufficiale.
L'uomo, affetto da cirrosi epatica, aveva diverse fratture e secondo quanto stabilito dal medico della casa circondariale presentava "un grave stato di sofferenza epatica". Martedì mattina, alla terza visita nel giro di poche, dopo un'ecografia l'uomo è stato ricoverato in ospedale per la gravità delle sue condizioni, ma durante gli accertamenti al pronto soccorso, verso le 15, è deceduto.
Sarà il responso dell'autopsia, eseguita ieri mattina, a dover sciogliere i dubbi sul possibile nesso con le violenze subite e chiarire se queste possano essere state riportate durante la rissa o in un secondo momento. Non ha dubbi, invece, Patrizio Gonnella, presidente di Antigone, associazione che si batte per i diritti e le garanzie nel sistema penale, tanto da aver istituito un osservatorio sulle condizioni di detenzione nelle carceri italiane. "Abbiamo aspettato un paio di giorni in attesa che la notizia venisse diffusa dalle autorità: visto che non si è mosso nulla, lo abbiamo fatto noi - ha affermato -. Chiediamo un intervento delle autorità amministrative affinché facciano chiarezza sull'episodio e segnaleremo il caso agli organismi internazionali che si occupano di tortura".
E l'intervento dei ministri della Giustizia Angelino Alfano e dell'Interno Roberto Maroni affinché avviino indagini sulla vicenda è stato chiesto da Pino Sogbio, della segreteria nazionale del Pdci. "I ministri dell'Interno e della Giustizia avviino un'indagine su quanto denunciato dall'associazione Antigone a Velletri - ha detto Sgobio in un comunicato - Sull'episodio è opportuno che chi di dovere faccia piena luce, nell'interesse della civiltà giuridica del nostro paese".
Nieri (Lazio): chiarezza sul detenuto morto a Velletri
"La notizia segnalata dall'associazione Antigone, se corrisponde al vero, è di gravità inaudita". Così l'assessore al Bilancio della Regione Lazio, Luigi Nieri commenta la notizia diffusa dall'associazione secondo la quale, qualche giorno fa, un detenuto tossicodipendente sarebbe stato picchiato dalla polizia municipale di Velletri, e poi condotto in carcere, con l'accusa di resistenza a pubblico ufficiale.
Le sue condizioni in cella si sarebbero aggravate e trasportato in ospedale, l'uomo è morto. "È dovere di chiunque abbia un ruolo istituzionale - afferma l'assessore - fornire chiarimenti sulla vicenda. Se i fatti corrispondessero a verità sarebbe evidente il nesso con un clima di violenza e di intolleranza che si respira nell'aria a causa di irresponsabili opzioni politiche della destra al governo. Auspico, pertanto, che si faccia luce sull'episodio, tanto più che, come sempre - conclude Nieri - la vittima non pare essere un pericoloso criminale bensì una persona rispetto alla quale era prioritaria un'azione di sostegno sociale".