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Genova: trovato morto in cella, il nonno non crede a suicidio
Fonte: Secolo XIX, 30 luglio 2008
30 luglio 2008

Chiede di fare ulteriore chiarezza sulla morte del nipote, avvenuta nel carcere di Marassi, e promette di viaggiare, avanti e indietro, tra Genova e Piossasco, finché non sarà soddisfatto della risposta. Angelo Eliantonio è il nonno di Manuel, il ragazzo trovato morto venerdì scorso nella casa circondariale, e non si dà pace. Mostra due denunce presentate rispettivamente al reparto di polizia penitenziaria di Marassi e ai carabinieri di Piossasco, in provincia di Torino.
Porta con sé anche la fotocopia di una lettera, nella quale il ragazzo, 22 anni, denuncia una situazione molto difficile all'interno della struttura. Racconta anche di una telefonata che la famiglia avrebbe ricevuto dal ragazzo qualche giorno prima: in questa telefonata Manuel Eliantonio avrebbe detto - si legge nella denuncia - "di essere preoccupato perché i compagni di cella lo avevano massacrato di botte".
Secondo le parole del nonno, riportate nella denuncia alla polizia penitenziaria di Marassi, i suoi vicini avrebbero "sottratto con la forza la spesa che noi gli portavamo in occasione dei colloqui e lo costringevano a spendere i soldi disponibili sul suo libretto che noi periodicamente versavamo". Angelo Eliantonio mette anche in dubbio le modalità della morte del nipote, per la quale in un primo momento si era ipotizzato il suicidio: "Doveva uscire il 2 agosto - dice - Non è possibile che si sia tolto la vita".
Sulla questione la procura ha aperto un fascicolo tecnico per istigazione al suicidio e all'interno del carcere è stata avviata un'indagine amministrativa per verificare eventuali movimenti di denaro da Manuel in favore di altri detenuti. Sabato scorso, intanto, è stata effettuata l'autopsia sul corpo del giovane ma, in attesa degli esiti, per la direzione del carcere di Genova le cause della morte sono chiare: il ragazzo avrebbe inalato del gas butano per stordirsi ed è rimasto asfissiato.
La prima ipotesi del suicidio risulterebbe quindi esclusa per le condizioni con il quale è stato trovato il corpo. Per quanto riguarda possibili rapporti difficili con gli altri detenuti, il giovane, da pochi giorni, aveva chiesto e ottenuto di cambiare cella, ma non avrebbe mai segnalato maltrattamenti. Ora sarà quindi l'esito degli esami tossicologici e istologici a determinare altre eventuali azioni legali da parte della famiglia.