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Dieci anni senza Sole e Baleno
Alessandro Tettamanti
Fonte: Liberazione, 13 luglio 2008
13 luglio 2008

Sono passati dieci anni da quando Silvano Pellissero, Edoardo Massari "Baleno" e Maria Soledad Rosas "Sole", vennero arrestati. Dieci anni da quando al vocabolario italiano si aggiunse la parola squatter. Da quando Baleno muorì suicida in cella e Sole, qualche mese dopo, scelse di seguirlo allo stesso modo. Anarchici che di fronte alle accuse ingiuste, agli arresti, decisero di liberarsi. Da soli. L'indagine del Pm Maurizio Laudi andò a cercare nelle case occupate di Torino i sedicenti Lupi grigi «un'associazione proponentesi il compimento di atti di violenza con finalità di terrorismo e di eversione ». Una delle sigle che rivendicava gli attentati avvenuti in Val Susa tra l'agosto del 96' e il gennaio del 98' contro la linea ad alta velocità. Attentati che cominciarono con due molotov contro una trivella per i sondaggi della Tav e proseguirono con incendi di cabine ferroviarie e centraline elettriche tra Monpantero, Chianocco e Guaglione. La tesi del pubblico ministero attribuiva ai tre squatter il reato di associazione eversiva previsto dall'articolo 270bis. Un'accusa che trovò nei media la cassa di risonanza necessaria a far credere che gli "eco-terroristi" erano stati trovati. Troppo semplice. La corte di Cassazione di Roma il 21 novembre del 2002 smonterà del tutto la tesi principale di Laudi. Non si trattava di associazione terroristica, come si era sforzato più volte di spiegare l'unico imputato rimasto in vita, ma solo di «un gruppo di persone che per la propria sopravvivenza praticava furti in cantieri e supermercati».
La storia scende dalla valle in città il 5 Marzo. Alla casa occupata di Collegno, vicino Torino, bussano alla porta: «Chi è?». «Siamo compagni di Bologna» rispondono. Un secondo dopo decine di poliziotti e carabinieri incappucciati e armati arrestano Edoardo Massari e Maria Soledad e chiudono lo spazio. Silvano Pellissero, il terzo, era stato fermato e ammanettato poco prima in strane circostanze. Nella sera la polizia tenta di sgomberare altri due squat, riuscendoci in parte.
A Torino si inizia a ballare una strana musica. Quelle canzoni suonate solo in valle tra servizi segreti, audaci marescialli, assassini, gnomi e fate, arrivano fino ad altre creature: metropolitane, squatter. Loro conoscono soprattutto un modo di suonare e difendersi: l'hard-core. Il giorno successivo gli arresti, per protesta un centinaio di ragazzi effettua un presidio di fronte il municipio. La polizia carica. Nel disperdersi il corteo fa fuori diciassette vetrine. Eccoli i violenti, dirà la stampa.
Ma il peggio deve ancora arrivare. Nella notte tra il 27 e il 28 marzo Baleno si suicida impiccandosi. Aveva 35 anni. Allo spargersi della notizia manifestazioni spontanee iniziano a Torino sin dalla mattina. Un corteo è indetto per il 4 aprile. Il tre gli squatter tengono una conferenza stampa alla loro maniera. Dopo un quarto d'ora di silenzio dei ragazzi arrivano posando sul tavolo degli scarti di macelleria: «questo è quello che avevamo da dirvi. Abbuffatevi!». Il 4 a Torino è il giorno del corteo. La tensione è alta e le saracinesche abbassate. Sarà l'ultima volta che il fronte delle occupazioni, anarchiche e comuniste, sarà tutto unito. Sfilano in 10mila. Il corteo, visti i suoi numeri, si sceglie il percorso e passa di fronte il cantiere del palazzo di giustizia in costruzione che verrà danneggiato. «Devastazione e saccheggio» per i magistrati. Reato che sarà riutilizzato per gli scontri di Genova, durante il G8. Il giorno successivo i tifosi granata esporranno in curva uno striscione: «solidarietà agli squatter. Ribellarsi è giusto».
Il 6 Sole e Silvano sono interrogati dai Pm. Silvano si avvale della facoltà di non rispondere, mentre Sole prende la parola solo per ribadire la data del suo arrivo in Italia - giugno 97' - e quindi la sua impossibilità a partecipare a qualsiasi gruppo o banda armata operante precedentemente in Val Susa.
L'11 luglio Sole muore. Viene ritrovata impiccata al tubo della doccia. Pellissero aveva manifestato già preoccupazioni per la salute della ragazza a cui non era stata concessa nemmeno la possibilità di lavorare nella comunità dov'era agli arresti. Per lei l'avvocato aveva proposto di separare la sua sorte da quella dei suoi compagni in modo da ottenere una rapida scarcerazione. Cosa che Sole non volle. La sua scelta fu quella di uccidersi nello stesso modo di Baleno, con quel furore di chi si sente in gabbia e per non arrendersi sceglie un'altra libertà. L'11 marzo scriveva dal carcere: « Amici, [...] voi siete la prima ragione per la che io ho deciso di fermarme cua in Italia. - per me tutti siete molto speciale, mai sono stata tanto tempo lontano di Buenos Aires. Però cua ho trovato altre cose più forte, e la voglia di crescere, di conoscere.[...] Il mondo è tanto grosso, ma c'è un posto per ogni uno, e io penso che ho trovato il mio ».
Dopo la sua morte la questura teme che possano ripetersi scontri. In piazza Castello viene costruita e data alle fiamme una barricata. La polizia accorsa è respinta con le pietre. Al giungere dei rinforzi gli squatter si disperdono. Ma a parte questo episodio non accade nulla. Se non fosse che sui binari nei pressi di Porta Susa viene ritrovata una prima falsa bomba rivendicata dai Lupi Grigi.
Ad agosto inizia la stagione dei pacchi bomba. O meglio bombe-pacco dato che nessuna di esse esploderà.
Ne verranno inviate cinque al Pm Laudi, al giornalista Genco, al consigliere regionale dei Verdi Pasquale Cavaliere, al parlamentare di Rifondazione Giuliano Pisapia e al consigliere sempre Prc Umberto Gay. Bombe inesplose il cui unico effetto prodotto, oltre rendere spettacolare un agosto altrimenti noioso, fu quello di isolare ancor più le case occupate e incrementare ulteriormente le spaccature nel movimento stesso.