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Il film "Diaz" e l'iceberg della democrazia

Ho atteso con ansia il film sulla Diaz, e Vicari non ha tradito le mie aspettative. L'ho trovato straordinario, potente e impeccabile. Una rappresentazione dei fatti cosí indiscutibile che perfino nella polizia ci sono pochi che alzano la voce contro il film. Tuttavia c'é sempre un pelo nell'uovo per chi lo cerca, e non mancano le critiche. Soprattutto, si critica che nel film mancano le responsabilitá politiche, le scelte dietro la gestione del G8, in sintesi: il perché sia avvenuto.

É vero, il film non spiega perché alla Diaz siamo stati aggrediti dalla polizia, pestati e poi incriminati con prove false. Non ce lo spiega, e secondo me fa bene.

Io oggi, a undici anni da quell'inferno, dopo aver letto e visto piú di quanto avrei voluto sul G8 di Genova, ho i miei sospetti su perché sia accaduto. Ma allora, quando la polizia irruppe nella scuola e ci attaccó, non avevo alcuna idea di perché ció stesse accadendo. La manifestazione era finita, il posto che avevo trovato per dormire era pieno di gente pacifica. Perché ci attaccarono? Perché non smettevano di picchiarci? Perché ci odiavano tanto?

Me lo chiedevo anch'io mentre ero in ospedale, vigilato da poliziotti che mi trattavano come il peggiore criminale. Perché? Nessuna risposta.

Ancora oggi, dopo undici anni di ricerche, non trovo una risposta certa. L'ho cercata a lungo invano. L'avrei voluta dalle istituzioni, dai politici e poliziotti, ma ho trovato un muro di omertá e autodifesa, e anche peggio: menzogne, calunnie, depistaggi, promozioni dei responsabili ai vertici della Polizia. Ho cercato il perché nei processi, e neppure lí ho trovato la risposta. Ho scoperto tante cose sulle dinamiche dei fatti: i pm Zucca e Cardoona Albini hanno fatto tanto per la veritá da meritarsi una medaglia. Ma loro possono cercare la giustizia, dimostrare i fatti, e basta. Neppure loro possono darci il perché sia accaduto, il movente di scelte politiche i cui artefici non sono sotto processo.

Perché al G8, alla Diaz, a Bolzaneto é successo quello che é successo? Non é facile rispondere, e non si puó pretendere che sia un regista a spiegarcelo. Certo, Vicari poteva provarci, e magari avrebbe fatto il miracolo di un film a tesi indiscutibile.... secondo me, sarebbe stato un ingenuo a credere di poterlo fare. Ha scelto di non provarci, e ha fatto bene.

Grazie a questa sua scelta, il film é indiscutibile: non presenta una tesi che lo spettatore puó sottoscrivere o ripudiare. Lo spettatore é messo davanti alla nuda realtá della Diaz cosí come noi che c'eravamo: senza capire il perché, senza credere che sia possibile. Io credo che quest'esperienza sia, forse, l'unico modo di fare breccia nelle menti di centinaia di migliaia di italiani che credono che la polizia abbia operato bene a Genova. Devono capire che alla Diaz c'ero io come poteva esserci ognuno di loro: anche tu. Perché se non l'hai giá capito, se sei uno di quelli che sostengono la versione da copione, se credi che la Polizia ha operato bene perché i manifestanti erano violenti, allora - lo so per esperienza - c'é poco che io possa dire per convincerti del contrario. Credi di essere giá bene informato, hai visto la TV, hai letto i giornali, ormai sei sicuro che la Polizia ha fatto bene. Allora devi finirci tu nei miei panni per capire. Devi essere tu a non poterci credere: devi chiederti tu il perché.

Se grazie alla visione del film Diaz, restassero tutti con questa domanda in testa, senza risposte preconfezionate, sarebbe un gran bene. C'é tanto da scoprire, cercando la risposta.

La Diaz é solo la punta visibile dell'iceberg contro cui la nostra democrazia puó sempre andarsi a schiantare. Come in ogni iceberg, la punta é solo una minima parte che emerge; la vera massa si nasconde sotto il mare, dove lontano dagli occhi ci sono le scelte politiche fuori controllo, le strategie di repressione del dissenso, la cultura fascista all'interno delle istituzioni, i depistaggi, le menzogne dei giornali, il disprezzo dei diritti umani.... insomma, tutte quelle cose che mettono in pericolo la democrazia, e che ogni sincero democratico non vorrebbe vedere nelle istituzioni del proprio paese. In Italia c'é tutto ció, e chi non vuol crederci farebbe bene a studiare seriamente i fatti di Genova e quant'é venuto fuori dai processi.

Dopo undici anni dal G8, navighiamo ancora dritti verso l'iceberg. Nulla é stato fatto perché l'orrore della Diaz e Bolzaneto non si ripeta: i responsabili sono ancora ai vertici della polizia, e in Italia non c'é ancora una legge contro la tortura. Procacci e Vicari ci hanno regalato un mezzo potente per capire che siamo su una rotta sbagliata. Ora sta a noi scavare nei fatti alla ricerca di risposte, trovare i responsabili, chiedere giustizia e riforme democratiche.

In conclusione, io condivido la frustrazione di chi, come Agnoletto, ha sempre lottato per far emergere la veritá sui fatti di Genova. Avrebbe voluto che il film dicesse tutto quello che lui sa. Ma temo che sarebbe troppo da assimilare in un solo colpo, troppo da inserire in un film che giá cosí dura due ore, di cui mi sembra che neppure un minuto vada sprecato.
Credo che dobbiamo essere solo grati di questo film. Se in Italia la democrazia affonda dobbiamo prendercela con il capitano e con buona parte dell'equipaggio, forse anche con i macchinari, insomma con chi o cosa ci impedisce di cambiare rotta. Ma non ha senso incazzarsi con la vedetta per averci mostrato solo la punta dell'iceberg.