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Bolzaneto, parlano i pm: "La sentenza riconosce il calvario delle vittime"
Massimo Calandri
Fonte: Repubblica Genova, 7 marzo 2010
7 marzo 2010

SONO stati riconosciuti i motivi «abietti e futili», che nel processo di primo grado erano stati negati. Sono stati condannati anche i quattro medici presenti in caserma: non si comportarono in maniera semplicemente «sgarbata», ma parteciparono a loro volta alle violenze, ai soprusi. Non è più uno solo - l´ispettore della polizia penitenziaria Biagio Gugliotta - ad essere responsabile del reato di «tortura»: gli fanno compagnia alcuni funzionari della Polizia di Stato. Alessandro Perugini e Anna Poggi, che gestivano il "centro di prima detenzione del G8", sono colpevoli anche di non aver dato da mangiare e bere ai no-global, di non averli protetti dal freddo: prima questo era stato liquidato come un semplice "difetto di organizzazione", ora è chiaro che faceva parte di un «piano doloso e preordinato» cui parteciparono tutti. Il giorno dopo la sentenza d´appello che ha condannato i 44 imputati per i «trattamenti inumani e degradanti» inflitti a Bolzaneto, è tempo di riflettere sulla decisione del tribunale genovese. «Che ha mostrato una grande considerazione per le vittime, e rispetto per le gravi ingiustizie che hanno subìto», spiegano i pm Patrizia Petruzziello e Vittorio Ranieri Miniati. «Siamo contenti che sia stata accolta la nostra ricostruzione dei fatti. Ma eravamo comunque sereni, consapevoli di aver fatto tutto il possibile per far emergere la realtà. Coerenti sino in fondo. E pronti ad accettare, come sempre, qualunque risultato». Vale la pena di chiarire alcuni aspetti della sentenza letta da Maria Rosaria D´Angelo. Precisando che sono otto gli imputati condannati alla reclusione e non solo al risarcimento delle vittime. Ai tre che avevano rinunciato alla prescrizione si aggiungono i quattro componenti dell´ufficio matricola responsabili di un reato - il falso - che non è prescritto. E naturalmente l´ottavo è Massimo Pigozzi, il poliziotto che aveva letteralmente strappato una mano - divaricandone le dita - ad un fermato. «Il tribunale ha alzato le pene e anche le provvisionali dei risarcimenti, ha esteso alcune colpe anche a imputati che in quei casi non erano stati citati nell´appello. Ha insomma riconosciuto una maggiore gravità dei comportamenti», dicono i pm. Vale la pena di sottolineare che l´altra sera in aula era presente anche il procuratore generale Luciano Di Noto, che non ha mai fatto mancare la sua solidarietà a Petruzziello e Ranieri Miniati. La corte che ha deciso è per due terzi quella che aveva gestito l´appello ai 25 presunti Black Bloc, anche loro condannati severamente. Tra 90 giorni sarà depositato il dispositivo della sentenza e si potrà bussare alla Cassazione, ma solo per motivi di diritto. Poi scatteranno i procedimenti disciplinari nei confronti dei condannati, che per ora restano al loro posto.