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Bolzaneto, la prescrizione si allunga sul processo bis
Massimo Calandri
Fonte: Repubblica Genova, 20 ottobre 2009
20 ottobre 2009


CONOSCERE in anticipo il finale di una storia non significa che la storia non meriti comunque di essere raccontata, ascoltata, ricordata. Stamani si celebra la prima udienza d´appello del processo per i soprusi e le violenze nella caserma di Bolzaneto durante il G8. Reati commessi otto anni fa dalle forze dell´ordine nei confronti di «almeno» 252 no-global, e sui quali da qualche mese è calata la coltre nera della prescrizione.
Comunque vada, nessuno dei 44 imputati pagherà penalmente per quanto accaduto nel "centro di temporanea detenzione" del luglio 2001. Nessuno. Ma vale la pena di seguirlo, il primo appuntamento in aula di una serie che alla fine dell´anno si chiuderà con una decisione già scritta. Vale la pena, perché questa è una storia che nessuno deve dimenticare. Mai. Erano le nove e mezza di sera del 14 luglio 2008, quando Renato Delucchi - presidente della terza sezione - lesse la sentenza di primo grado. Quindici colpevoli su 45 accusati. Ventitré anni e 9 mesi complessivi di reclusione: meno di un terzo della già simbolica richiesta dei pubblici ministeri. Il reato di «tortura» - non previsto dal nostro codice, nonostante l´adesione italiana alla Convenzione internazionale dei diritti dell´uomo - era stato indirettamente riconosciuto solo per uno degli imputati, Biagio Gugliotta, ispettore della polizia penitenziaria. La decisione è stata naturalmente appellata dalla procura, ma anche dagli accusati - funzionari di polizia, generali della penitenziaria, ufficiali dei carabinieri, agenti, militari, guardie carcerarie e medici - e dalle centinaia di parti civili.
Natale Parisi, già sovrintendente della Polizia di Stato e condannato ad un anno di reclusione, è morto mesi fa in un incidente stradale. Il suo legale, Pietro Bogliolo, ha comunque appellato la decisione e si presenterà in giudizio. «Il mio cliente era innocente, e lo dimostreremo». Due accusati hanno formalmente anticipato che non si nasconderanno dietro la coperta della prescrizione. Vogliono comunque andare fino in fondo a questa storia. Uno è Mario Turco, ispettore di polizia oggi in pensione, difeso dall´avvocato Stefano Sambugaro: in primo grado ha preso un anno. L´altro è una donna, anche lei condannata ad un anno di prigione: Matilde Arecco, vice-sovraintendente, avvocato Maria Cristina Grillo.
Nove e trenta di stamani, quinto piano del tribunale di Genova. La giuria è presieduta da Maria Rosaria D´Angelo, a latere Paolo Gallizia e Roberto Settembre: per due terzi è la stessa sezione che l´altra settimana ha condannato duramente le Tute Nere coinvolte nella guerriglia urbana del G8. Un primo calendario di udienze è già stato stilato, ma è possibile che oggi l´avvocato di qualche imputato rilevi qualche errore nella notifica degli atti: se sarà un singolo caso, il presidente della seconda sezione potrebbe stralciarne la posizione e continuare con l´udienza, in attesa di regolarizzarla e poi riunirla alle altre. Se i casi saranno più di uno, il processo si fermerà automaticamente e ricomincerà tra almeno un paio di settimane. E´ scontato che alcuni legali presenteranno delle questioni preliminari. Il processo prenderà concretamente il via con la relazione riassuntiva di Roberto Settembre, cui seguirà l´intervento della pubblica accusa. I pm Patrizia Petruzziello e Vittorio Ranieri Miniati sono intenzionati a reiterare la richiesta di primo grado: poco più di settant´anni complessivi di reclusione.