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G8, continua la lunga marcia della commissione parlamentare
Checchino Antonini
Fonte: Liberazione (http://www.liberazione.it/)
18 ottobre 2007

Continua la lunga marcia verso una vera inchiesta parlamentare sulle violenze e gli abusi accaduti sulle strade di Genova nei giorni del G8 del 2001. Ora si dovranno attendere i pareri delle commissioni competenti prima di dare il mandato al relatore a conferire in Aula. Dove, si spera, non ci siano colpi di scena facilitati dal voto segreto.
Ieri, dunque, la commissione Affari costituzionali di Montecitorio ha dato il primo via libera al termine dell'esame del provvedimento che istituisce l'inchiesta che sarà monocamerale visti i margini ristretti del Senato. Il testo unificato stabilisce che ne faranno parte 30 deputati nominati dal presidente della Camera in proporzione al peso dei gruppi, e comunque assicurando assicurando la presenza di un commissario per gruppo. Avranno gli stessi poteri e le stesse limitazioni dell'autorità giudiziaria, e dovranno concludere i propri lavori entro 10 mesi dall'istituzione ed entro i successivi due relazionare alla Camera. Recita il testo firmato da Bressa della Margherita che la commissione ha il compito di «ricostruire in maniera puntuale gli avvenimenti accaduti a Genova in occasione del G8 e delle manifestazioni del Genoa Social Forum; accertare se durante in quei giorni si sia verificata una sospensione dei diritti costituzionali (come denunciò Amnesty international, ndr); ricostruire la gestione dell'ordine pubblico facendo luce sulla catena di comando e sulle dinamiche innescate che hanno provocato azioni violentemente repressive nei confronti dei manifestanti». Non sarà opponibile alla commissione il segreto di Stato, né quello di ufficio, professionale e bancario. Le sedute saranno pubbliche anche se, votandolo a maggioranza semplice, i componenti possono decidere di riunirsi in seduta segreta. Le spese per il funzionamento della Commissione sono stabilite nel limite massimo di 50mila euro.
La decisione di terminare l'analisi degli emendamenti in prima commissione ha provocato la protesta di Francesco Ardenti, dell'Udeur, che ha lasciato l'aula contestando la scelta di non «prendere in considerazione le osservazioni mosse da parte della maggioranza e dalla minoranza. Così il provvedimento è più un'accusa alle forze dell'ordine che una legittima rappresentazione della necessità di fare chiarezza sulle tristi vicende di Genova». Assenti anche i dipietristi.
Ma «un'inchiesta parlamentare è un atto dovuto alla democrazia. Sarà l'occasione per restituire fiducia ai cittadini e dignità alle forze dell'ordine», si sforza di ricordare Graziella Mascia, vice presidente dei deputati Prc, che prese parte all'indagine conoscitiva, ossia senza i poteri della magistratura, indetta all'indomani dei fatti. E da sei anni chiede una vera inchiesta parlamentare. «Mi chiedo cosa abbia da temere chi oggi critica una scelta compresa nel programma dell'Unione».
«Finalmente un primo sì - dice anche Vittorio Agnoletto, eurodeputato, portavoce del Gsf nel 2001 - ci aspettiamo che la commissione individui le responsabilità della catena di comando che permise e autorizzò le violenze delle forze dell'ordine. Questo è ancora più importante ora, visto che chi era ai vertici di quella catena nel 2001 ricopre oggi ruoli fondamentali, come Gianni De Gennaro, capo di gabinetto del ministero degli Interni ed altri personaggi promossi ai livelli più alti dei servizi segreti. È evidente che chi si oppone all'accertamento della verità ha qualcosa da nascondere». A cominciare da Fini, ricorda Agnoletto, che si trovava nella stanza di comando dei carabinieri in quelle ore, e da Scajola, che non ha mai spiegato quali fossero gli ordini da lui impartiti alle forze di polizia». Con Fini c'era Filippo Ascierto, carabiniere, deputato di An, nemico giurato dei centri sociali. E' lui che, per screditare l'urgenza di una inchiesta, ha ripreso, ieri, la requisitoria "revisionista" del pm Canciani (tanto piaciuta anche al sincero democratico Cicchitto) che vorrebbe condannare i 25 manifestanti per devastazione e saccheggio minimizzando gli abusi e le violenze dei reparti in ordine pubblico, le cariche e gli arresti illegittimi, le armi improprie, il nesso tra le cariche illegittime e insensate di Via Tolemaide e l'omicidio di Carlo Giuliani. Sulla stessa linea Gasparri ma è soprattutto propaganda rivolta a chi indossa una divisa. Forza Italia paventa un «processo giacobino». Altro argomento, ripreso dall'Udc che promette ostruzionismo, quello di un presunto ricatto, di una marchetta politica», dice la Lega, di una cambiale firmata dal Pd alla sinistra radicale o massimalista, come la chiama l'Italia dei valori. «Macché condizionamento dalla sinistra - replica Bressa - c'è solo la volontà di fare chiarezza: non c'è una sola riga nel testo della commissione che possa essere interpretata come atto d'ostilità e sfiducia nei confronti delle forze dell'ordine».