Rete Invibili - Logo
Agnoletto: «Fu una vera strategia della tensione»
Luca Domenichini
Fonte: L'Unità (http://www.unita.it)
6 luglio 2007

«La sera del 21 luglio 2001 (durante il terzo giorno del G8 di Genova, ndr) io sono ospite di una trasmissione su La 7. Il conduttore è Gad Lerner. Io pongo come condizione alla mia partecipazione di mandare in onda una cassetta che mi era stata consegnata 10 minuti prima dal regista Davide Ferrario. Quella cassetta mostrava in modo inequivocabile persone vestite da black bloc che si intrattenevano amichevolmente con le forze dell'ordine. Io accuso la polizia di avere messo infiltrati tra i black bloc. In un paese normale, la polizia infiltra qualcuno per evitare che si commettano reati. A Genova, invece, nonostante gli inflitrati, alcun black bloc è stato fermato. La ragione è molto semplice. Gli infiltrati della polizia tra i black bloc avevano un altro scopo: partecipavano loro stessi alle azioni dei balck bloc e d'indicare loro gli obiettivi, così da screditare tutto il movimento. Cioè, il Genoa Social Forum».
Insomma, una "strategia della tensione"...

«Sì, una strategia della tensione».

L'avvocato Ezio Menzione, uno dei legali che si sono occupati dei numerosi processi scaturiti da quei fatti, ha affermato che dalle trascrizioni emerge quello che si sospettava, ovvero l'esistenza di «più di una filiera di comando» parallela dietro alle violenze di Genova. Cosa ne pensa?

«Se Menzione, quando parla in sostanza di "comandi diversi", si riferisce all'insieme delle giornate del G8, allora non c'è dubbio. Venerdì 20 luglio il comando reale delle operazioni di piazza era nelle mani dei carabinieri e dell'allora ministro Gianfranco Fini, che in quel momento si trovava nella sala operativa dei carabinieri. Il 20 i carabinieri hanno assalito il corteo delle "tute bianche", nel totale disprezzo delle indicazioni che provenivano dalla questura e che spiegavano che quel corteo era autorizzato. Il 20 c'è stata un'asse tra An, Fini e i carabinieri che si è mosso indipendentemente dai vertici della polizia. Per la sera di sabato 21, invece, le responsabilità dell'irruzione alla Diaz portano ai vertici della polizia. In primo luogo, a Gianni De Gennaro».

Che idea si è fatto leggendo le trascrizioni delle chiamate tra la centrale operativa e i mezzi di polizia?

«È stata l'ennesima conferma di quello che abbiamo sempre sostenuto. Cioè, che è stato un vero e proprio massacro. Non solo, quando si parla della morte di un ragazzo dicendo "uno a zero per noi" o quando si ipotizza che ci sia un'altra morte, ne emerge una immagine assolutamente inaccettabile da parte della polizia e sorge una domanda: quali sono stati criteri di selezione in questi anni della polizia? Penso sia indispensabile da parte del governo di prendere provvedimenti, di espulsione, per gli agenti coinvolti nelle telefonate. E chiedo al governo che sposti il prossimo G8 dalla Maddalena».