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G8, picchiata a Genova, risarcita con 29 mila euro
A pagare sarà il ministero degli Interni. Le violenze della polizia procurarono alla donna un trauma cranico-facciale e una frattura della mandibola per la quale le è stata riconosciuta un'invalidita permanente dell'8%.
Alessandra Fava
Fonte: Il Manifesto (http://www.ilmanifesto.it)
6 luglio 2007

L'avvocatura di Stato ha preso nelle ultime udienze del processo Diaz posizioni stranamente appiattite su quelle degli avvocati dei 29 poliziotti. Poliziotti, tra i massimi dirigenti italiani, accusati di aver massacrato un centinaio di manifestanti, ora parti lese, nel bliz sanguinoso alla scuola.
Finito il processo di primo grado che potrebbe arrivare a sentenza alla fine di quest'anno o a gennaio 2008, i pestati fuori e dentro la Diaz (di cui alcuni finiti in prognosi riservata) potrebbero intentare processi in sede civile e qualcuno a Roma in questi giorni avrà tremato.
Una sentenza del Tribunale di Genova sezione civile del 22 giugno ha infatti condannato il ministero dell'Interno a risarcire una manifestante manganellata per la strada durante le giornate del G8 per oltre 29 mila euro. E' la terza sentenza di questo tipo.
Rita Sieni, 38 anni nel 2001, difesa dai legali Paolo Pissarello del Foro di Genova e Sergio Bonetto di quello di Torino, era venuta a Genova con il «Coordinamento pinerolese contro il G8», una delle centinaia di sigle nate contro la globalizzazione selvaggia promossa anche dai sette grandi del vertice genovese. Nelle sette pagine di sentenza si legge che Rita era a Genova sabato 21 per partecipare al corteo pacifico che avrebbe dovuto arrivare allo stadio di Marassi e fu invece spezzato in due da diverse cariche delle forze di polizia, specie la Guardia di finanza, che dopo le devastazioni fatte da black bloc (o meno) a piazza Rossetti hanno attaccato il corteo con violenza inaudita. Il giudice scrive che «alle 15,15 Rita Sieni fu costretta a fermarsi insieme ad alcuni membri del gruppo all'altezza di piazzale Kennedy perché alcuni presunti black bloc avevano incendiato una banca».
All'improvviso partono le cariche e arrivano i lacrimogeni sparati anche dagli elicotteri.
Nel fuggi fuggi anche Rita non trova di meglio che scappare verso Punta Vagno dove già a terra viene colpita più volte da diversi agenti di polizia, percossa a calci e con il manganello e un calcio le arriva dritto al volto. Ricoverata all'ospedale di Sampierdarena, le vengono refertati un trauma cranico-facciale, una frattura della mandibola, una ferita lacero-contusa alla fronte e altre ferite a una mano.
Sarà la frattura alla mandibola la più dolorosa, tanto che dopo aver subito un complesso intervento chirurgico ricostruttivo, le è stata riconosciuta un'invalidità permanente dell'8 per cento.
Tra l'altro a Punta Vagno viene abbondamente irrorata anche di gas lacrimogeno, argomento di un processo a carico del capo del VII nucleo sperimentale Vincenzo Canterini ripreso da alcune foto mentre spruzza in faccia l'urticante a un paio di manifestanti in corso Torino.
Così il giudice ha condannato il ministero a riconoscere alla donna oltre 24 mila euro di risarcimento, piu' le spese legali e altre due tranche di 2 e 3 mila euro. Ma la cosa più paradossale e cinica è che l'Avvocatura di stato, che non si è mai fatta vedere alle precedenti udienze, è arrivata a quella del 14 giugno per dire a Rita che avrebbe dovuto cercare una via di fuga. Una beffa clamorosa per chi era là o ha mai visto per benino i filmati con migliaia di persone che scappavano su per le scalinate, le salite o verso il mare cercando di scappare dalla violenza scatenata delle forze dell'ordine e dalla caccia all'uomo per terra e per mare.