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Giustizia: familiari vittime "Uno bianca"; no agli sconti di pena
Carlo Gullotta
Fonte: La Repubblica, 5 gennaio 2008
5 gennaio 2009

I familiari delle vittime della Uno bianca chiedono al Viminale di sospendere i benefici ai killer in carcere per i 24 morti lasciati sull'asfalto dalla banda dei poliziotti. Nessuno sconto di pena, nessun permesso premio, nessun perdono per chi ha seminato il terrore per le strade dell'Emilia e delle Marche: è l'appello forte di Rosanna Zecchi, presidente dell'associazione, ieri mattina al Pilastro per ricordare l'anniversario dell'eccidio dei tre carabinieri uccisi il 4 gennaio '91.

Un anniversario diverso da tutti gli altri: l'estate scorsa è tornato in libertà Pietro Gugliotta, l'ex "gregario" della banda, e presto potrebbero ottenere permessi premio Alberto Savi e Marino Occhipinti, detenuti a Padova. "Tre settimane fa - confida Rosanna Zecchi - ho scritto al ministro Maroni per chiedere un incontro e discutere sui benefici di legge ai killer della Uno bianca. Non parlo di Gugliotta, che almeno 14 anni di carcere li ha scontati. Ma per noi, per chi piange i propri cari, è inaccettabile che vengano concessi sconti o agevolazioni a chi si è macchiato di delitti così orribili. Chiediamo soltanto giustizia. Ma attendo ancora una risposta. Se il Viminale non ci darà ascolto, scriveremo al ministro Alfano. Da Maroni aspetto comunque un segnale: non possiamo dimenticare che quegli assassini erano gente in divisa. Erano poliziotti".

Nella chiesa di Santa Caterina di Quarto, ieri mattina al Pilastro, la presidente della provincia Draghetti, il candidato sindaco del Pd Flavio Delbono, l'assessore Mancuso con la fascia tricolore e, più defilata, l'assessore Maria Cristina Santandrea. Assai ristretta la pattuglia del centrodestra, che nei giorni scorsi ha polemizzato per l'assenza del sindaco Cofferati alla celebrazione. Fuori, davanti alla chiesa, lo stato maggiore del Pd: Salvatore Caronna, Merighi, Cevenini, Lombardelli. Anna Maria Stefanini, la mamma di Otello, uno dei tre carabinieri ammazzati nel '91 al Pilastro, porta sull'altare un berretto dell'Arma su un cuscino, poi segue la piccola processione fino al cippo che ricorda l'eccidio. Con lei, il nipote Matteo, 14 anni. Per lui è la prima volta. Una madre che ha pianto tutte le sue lacrime.

"Chi ha ucciso 24 persone non deve avere benefici di legge, non deve esistere - dice la signora Stefanini - Cosa significa che si sono comportati bene? Prego che quel giudice che dovrà firmare i permessi pensi, se ha un figlio, se con una telefonata gli dicessero un giorno che non c'è più e che non gli si può nemmeno dare un ultimo bacio. Il mio Otello oggi ha 40 anni, ne parlo al presente perché per me è ancora vivo. È l'unico pensiero che mi permette di sopravvivere a un dolore tanto grande. La mia è una crociata solitaria, una battaglia contro i mulini a vento. Ma andrò fino in fondo, chiederò un incontro anche al presidente della Repubblica. Nessuno sconto per i banditi della Uno bianca. Il perdono può darlo soltanto Dio. Io, allo Stato, chiedo giustizia".