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Vecchie carceri sovraffollate, nuove deserte: il vero problema è che per far funzionare un carcere ci vuole tanta gente, ma proprio tanta
A proposito dei servizi di "Striscia la notizia" dedicati a carceri nuove inutilizzate
Redazione di Ristretti Orizzonti
Fonte: Ristretti.it
20 gennaio 2006

Gentile Striscia la Notizia, siamo la redazione di Ristretti Orizzonti, un giornale dal e sul carcere interamente realizzato da detenuti, detenute e volontari dell'Istituto Penale Femminile della Giudecca e della Casa di Reclusione di Padova, da dove produciamo anche un sito internet, http://www.ristretti.it, che è fra le più ampie fonti di informazioni sul mondo penitenziario che si possa trovare.

Abbiamo deciso di scrivervi perché è dal 2000 che scoprite carceri, nuove e seminuove, costruite e mai utilizzate, e continuate a chiedere al vento: "Ma se le nostre prigioni sono così sovraffollate, perché non si utilizzano tutte queste carceri abbandonate, che sono pure costate parecchi soldi?".

Visto che nessuna "autorità competente" si decide a darvi una spiegazione, abbiamo deciso che sarebbe stato troppo crudele lasciarvi ulteriormente arrovellare in questo interrogativo metafisico.

Ebbene la risposta alla vostra domanda è che tutte quelle carceri abbandonate che avete scoperto dal 2000 ad oggi non si possono probabilmente né aprire né utilizzare. Così come pare non si possa aprire alcun nuovo carcere in Italia.

La questione è molto semplice: un carcere costa, costa in un modo spropositato. Costa talmente tanto che nessuno si sogna di dire ai contribuenti quanto devono sborsare per le nuove politiche del "tutti dentro" (salvo alcuni, ovviamente). La struttura fisica di un carcere (cioè i muri, le celle, i cortili, i termosifoni, le docce etc.), pur costando decine di milioni di euro, è paradossalmente la voce più a buon mercato di un istituto di pena. In fondo si tratta di una spesa "una tantum", si racimolano cinque milioni di euro di qua, dieci milioni di euro di là e si costruisce la prigione. Il vero problema è farla funzionare, mantenerla. E per far funzionare un carcere ci vuole tanta gente, ma proprio tanta. Per rendere funzionante una delle piccole carceri da 80-90 detenuti che avete scoperto ci vorrebbero come minimo (ma proprio minimo) 60 agenti di polizia penitenziaria (deve essere assicurato il servizio per le intere 24 ore per 365 giorni all'anno, e ogni tanto qualcuno va anche in ferie o si ammala), poi ci vogliono un direttore e un vicedirettore, un commissario, due educatori, assistenti sociali, almeno uno psicologo, tre medici (sempre per il discorso delle 24 ore), un paio di infermieri, un ragioniere. Sicuramente dimentichiamo qualcuno, ma diciamo che con questo personale si riuscirebbero a tenere i detenuti chiusi l'intera giornata in cella, senza ovviamente poter garantire loro un minimo di attività trattamentali, rieducative, lavorative e scolastiche. E tutta questa gente da quale cappello a cilindro dovrebbe saltare fuori?

Non vi diciamo di credere a noi, informatevi pure presso qualsiasi sindacato di polizia penitenziaria e scoprirete che nella stragrande maggioranza delle oltre 200 carceri italiane il personale è endemicamente sotto organico e costretto a turni di lavoro e straordinari massacranti. Per non parlare degli educatori e delle altre figure professionali (qui a Padova, per esempio, ci sono solo due educatrici per oltre 700 detenuti, contro le 10 previste dalle normative). Non vi tedieremo oltre elencandovi le singole voci di spesa che comporta un carcere, ci limitiamo a fornirvi un semplice dato che da solo è estremamente esplicativo: ogni singolo detenuto costa ai contribuenti fino a 250-300 euro al giorno. No, non ci è scappato uno zero di troppo, ogni detenuto costa fino a duecentocinquanta-trecento euro al giorno. In altri termini i 700 detenuti della Casa di Reclusione di Padova costano intorno ai 210mila euro al giorno, per tutti i 365 giorni dell'anno. E a Padova non è finita qui, perché c'è anche la Casa Circondariale con altri 250 detenuti. I 60mila detenuti attualmente rinchiusi nelle patrie galere costano più o meno 18 milioni di euro al giorno, 36 miliardi di vecchie lire ogni singolo giorno che il Signore manda sulla terra.

A fronte di questi costi da albergo a quattro stelle, questi sessantamila esseri umani sono costretti a subire la privazione della libertà (è questa la pena prevista dalle leggi, e vi assicuriamo che è più che sufficiente, costringere le persone a stare stese in branda perché non c'è lo spazio per stare in piedi e strappare loro i denti perché non si può curare una carietta è "un di più" condannato da tutta l'Europa civile) in condizioni di vita spesso da terzo mondo. Con 298 euro al giorno di costo (detraiamo pure l'euro e mezzo, per la precisione 1,58, che viene speso per i "lauti pasti" del detenuto) il Ministero della Giustizia spesso non è neppure in grado di fornire molti medicinali ai reclusi, che li devono comprare di tasca propria, se hanno soldi (altrimenti deve bastare una preghiera), e in qualche situazione non è in grado di fornire nemmeno l'acqua potabile.

Ora, per aprire le carceri abbandonate che avete scoperto e continuate a scoprire non ci sarebbe che un mezzo: massicci arruolamenti nella polizia penitenziaria e negli altri ruoli istituzionali. E da dove potrebbero essere presi i soldi necessari per mantenere questi buchi neri finanziari che creano solo recidiva? Aumentando le tasse? Togliendoli a scuole (li hanno già tolti senza costruire prigioni) e asili? Aumentando la benzina? Dimezzando lo stipendio di tutti i parlamentari e rinunciando alle auto blu? Facendo pagare le tasse agli evasori fiscali? Tassando le rendite? Diminuendo le pensioni? Ma se non si trovano nemmeno i soldi per completare il personale delle carceri che già ci sono...

Questi sono i motivi per i quali noi riteniamo non si aprano nuove prigioni in Italia.

Ed ora rispondiamo all'obiezione che forse avreste voluto avanzare fin dall'inizio di questa lettera: "Ma il ministro Castelli ha annunciato che sta costruendo quattro nuove carceri". E' vero che il ministro farà costruire quattro nuove prigioni, ma mi pare che non abbia spiegato che non saranno quattro galere in più. Saranno probabilmente quattro nuove carceri che sostituiranno quattro vecchie carceri fatiscenti che verranno chiuse e i cui occupanti (agenti, detenuti e via dicendo) si trasferiranno armi e bagagli nei nuovi edifici. E qui sì che un giornalista degno di questo nome potrebbe scoprire qualche fatterello veramente curioso, di quelli che di solito scopre Striscia la Notizia, spesso purtroppo solo dopo che sono ormai "fatti compiuti". Partiamo da un altro esempio facilmente verificabile. A Padova, come abbiamo detto sopra, c'è la Casa Circondariale che sta soffrendo terribili problemi di sovraffollamento, con otto-dieci detenuti stipati in celle da quattro e tre detenuti stipati in celle pensate e misurate per uno solo, con il gabinetto a vista senza nemmeno un separé e condizioni igieniche terrificanti, tanto che lo scorso dicembre è scoppiata una piccola rivolta. Sempre a Padova è da poco stata terminata la costruzione della nuova Casa Circondariale. Ovviamente non si può aprire "anche" questa struttura, per i motivi che vi abbiamo elencato sopra. Ma se la situazione al Circondariale è così precaria, vi domanderete, perché non si trasferiscono tutti nella nuova struttura? La risposta anche in questo caso è molto semplice: non si possono trasferire perché il nuovo carcere appena terminato è più piccolo di quello vecchio e sovraffollato!!! Se si trasferissero nel nuovo carcere, i problemi di sovraffollamento aumenterebbero perché è stato costruito per un numero di detenuti minore di quello che doveva sostituire.

Con questo precedente sotto gli occhi, vi poniamo noi un interrogativo: supponiamo che l'attuale carcere di Cagliari sia stato costruito per contenere diciamo 300 detenuti e in realtà ne contenga 600 con tutti i gravi problemi che ne derivano, c'è qualcuno che sta vigilando che il nuovo carcere sbandierato da Castelli sia progettato per contenere almeno 600 persone, o magari anche qualcuna di più visto che la ex Cirielli porterà dietro le sbarre migliaia di tossici e disperati? Oppure, come a Padova, bisognerà aspettare che i lavori siano terminati (e i milioni di euro spesi) per scoprire che a Cagliari hanno costruito un altro carcere misurato per 300 detenuti, o magari per 250, a fronte di 600 persone effettivamente recluse? Vi sembra una follia? E invece non è un'ipotesi tanto peregrina. Le normative per un carcere da 600 persone prevedono un personale quasi doppio rispetto a quello necessario per una prigione da 300. E, siccome lo Stato non ha i soldi (e non vuole aumentare le tasse) per assumere nuovo personale, è molto più semplice costruire un'altra struttura da 300 detenuti e stiparvi dentro a forza 600-700 poveracci.

Ringraziandovi per l'attenzione che vorrete dedicare alla nostra segnalazione, vi porgiamo i nostri più calorosi saluti.


La Redazione di Ristretti Orizzonti