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Marcello Lonzi, morto in carcere: la madre chiede aiuto alla Corte europea
1 settembre 2013

Ha già raggiunto quasi 16 mila sostenitori la petizione lanciata pochi giorni fa sulla piattaforma digitale change.org da Maria Ciuffi, madre di Marcello Lonzi, il detenuto morto in carcere a Livorno 10 anni fa in circostanze mai chiarite fino in fondo, per chiedere che una commissione della Corte europea riesamini il caso.

La vicenda e' stata a lungo trattata dalla procura livornese che poi pero' l'ha archiviata sostenendo che il detenuto mori' per cause naturali. Sul sito internet, invece, Maria Ciuffi pubblica le foto del figlio con evidenti ferite sul corpo che, a suo dire, sarebbero invece il segno di un pestaggio subito in cella dagli agenti di polizia penitenziaria.

''Da 10 anni ormai mi batto perche' ci sia giustizia vera per la morte di mio figlio - scrive la madre di Lonzi su www.change.org - e' indispensabile fare luce su tutto e chiarire come si sia potuto archiviare il caso come morte naturale, nello specifico un infarto. Marcello aveva la mandibola fratturata, due buchi in testa, il polso sinistro rotto, due denti spaccati, un'escoriazione a V, otto costole rotte. Come puo' essere stato un infarto a ridurre cosi' un ragazzo in piena salute? Marcello era finito dentro con l'accusa di tentato furto, condannato a nove mesi, ne aveva scontati quasi la meta'''.

Ciuffi racconta anche di avere saputo della sua morte ''solo il giorno dopo: non mi hanno avvisata ne' i carabinieri, ne' la polizia, ma una zia di mio figlio''. ''Ero appena tornata da lavoro - ricorda - quando sento suonare alla porta e lei mi dice: Marcellino e' morto. Sono corsa al carcere dove mi hanno tenuta piu' di un'ora fuori, al sole. Le guardie erano al cancello, mi guardavano ma non mi dicevano niente. Poi ho scoperto che mentre io aspettavo davanti al carcere, all'obitorio del cimitero di Livorno gli stavano facendo l'autopsia''.