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Morto durante l'arresto: Marcel Vitiziu come Stefano Cucchi?
Alessia Candito
Fonte: Liberazione, 9 ottobre 2011
9 ottobre 2011
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Era agitato, alterato, visibilmente ubriaco. Tanto - forse - da aver spinto i militari a usare la mano dura durante l'arresto. O almeno, questo è quello che sospetta l'avvocato di Marcel Vitiziu, un ragazzo rumeno di trent'anni arrestato venerdì scorso per oltraggi e morto inspiegabilmente due giorni dopo all'ospedale di Messina. La Procura di Messina ha aperto un fascicolo e toccherà al procuratore aggiunto Vincenzo Barbaro e al sostituto Federica Rende scoprire cosa sia successo a Marcel.
Il referto medico parla di infarto. Ma Marcel stava bene e aveva solo 30 anni. E fra il suo arresto e il decesso, due trasferimenti d'urgenza in ospedale e due tac dal responso inequivocabile. Una morte strana, sospetta, così come l'arresto e la detenzione in carcere del ragazzo.
L'incubo di Marcel inizia di venerdì. E' ormai sera quando i carabinieri ricevono una chiamata dai gestori di una tabaccheria. Dentro, riferiscono, c'è qualcuno che sta creando problemi. E' visibilmente alterato e si rifiuta di uscire. L'arrivo dei militari, dice la versione ufficiale, scatena la rabbia del ragazzo. Li aggredisce, urla, ma alla fine viene ammanettato. Un arresto concitato, durante il quale Marcel avrebbe tentato una fuga disperata. Ma - ufficialmente - sarebbe scivolato, battendo violentemente il capo sul pavimento. Ammanettato e legato alla barella - provvedimenti necessari, a detta degli uomini delle pattuglie perché «troppo agitato, completamente ubriaco, impossibile da calmare» - Vitiziu viene trasportato al più vicino ospedale, dove i medici lo sedano e gli prestano le prime cure. Non è nulla di grave, fanno sapere al Pronto Soccorso: una ferita al naso e una all'arcata sopraccigliare, guaribili in trenta giorni. Nel giro di un'ora, Marcel Vitiziu viene trasferito al carcere di Gazzi in stato di arresto, con l'accusa di oltraggio a pubblico ufficiale.
Una notte agitata quella fra venerdì e sabato, durante la quale il ragazzo si lamenta, sta male, sempre più male: sabato mattina viene trasferito al Policlinico per un ulteriore controllo. Il responso dei medici del Policlinico è meno rassicurante di quello dei colleghi del Pronto Soccorso: rottura del setto nasale, edema e trauma cranico facciale. Lesioni un po' troppo pronunciate, sostiene l'avvocato Giuseppe Serafino, per essere compatibili con una - pur rovinosa - caduta. Ma nonostante questo, Marcel viene riportato in carcere. Le sue condizioni peggiorano ancora e domenica torna in ospedale. La nuova tac non fa che confermare la diagnosi del giorno precedente, eppure si decide per la detenzione in carcere.
Quando lunedì mattina il gip Massimo Micali si reca al Gazzi per la convalida dell'arresto, il magistrato non può che allargare le braccia: le condizioni di Marcel Vitiziu sono troppo gravi per sostenere un interrogatorio di garanzia. Alle 11 il ragazzo viene portato d'urgenza in ospedale, si sospetta un infarto. Ma la corsa dell'ambulanza è inutile, così come i tentativi dei medici di rianimarlo: a mezzogiorno Marcel muore. Una morte oltremodo sospetta, provocata probabilmente - secondo il legale assegnato a Marcel d'ufficio, l'avvocato Giuseppe Serafino - da quelle lesioni interne «non correttamente diagnosticate tra venerdì sera e lunedì mattina». Lesioni sulle quali il legale ha chiesto alla procura di indagare «per capire chi le abbia provocate e perché sia stato disposto l'arresto dell'uomo viste le sue condizioni di salute, invece che il trattamento sanitario obbligatorio». Una risposta che adesso toccherà dare ai medici palermitani incaricati dell'autopsia dalla Procura di Messina, che sulla morte di Marcel hanno aperto un fascicolo. Spaventosamente simile a quello che dopo molte pressioni, la procura di Roma ha aperto sulla morte di Stefano Cucchi.