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caso Saturno; Carlo è morto per soffocamento, l'autopsia conferma quindi il suicidio
Francesca Russi
Fonte: La Repubblica, 10 aprile 2011
10 aprile 2011

Carlo Saturno è morto per suicidio da soffocamento. È questo l'esito dell'autopsia eseguita ieri pomeriggio nell'istituto di medicina legale del Policlinico di Bari. All'esame autoptico hanno partecipato, insieme con il professore Francesco Introna incaricato dalla Procura di Bari, anche due periti di parte nominati dai familiari di Saturno. Si tratta del medico legale dell'Università di Foggia Margherita Neri e dello psichiatra Elio Serra. Secondo quanto emerso, non ci sarebbero lesioni recenti sul corpo del giovane detenuto né segni che potrebbero provare un omicidio. Tuttavia i medici attendono l'esito degli esami tossicologici e istologici per poter escludere qualsiasi altra ipotesi.
Resta comunque aperto in Procura il fascicolo di istigazione al suicidio. Un reato ipotizzato al momento contro ignoti. Gli agenti di polizia penitenziaria che erano in servizio in carcere il 30 marzo scorso, il giorno del suicidio, sono stati convocati nell'ufficio del pm titolare dell'inchiesta, Isabella Ginefra, e ascoltati dal magistrato. È stato sentito anche il sovrintendente di polizia che è rimasto ferito al polso nel violento litigio con il detenuto, avvenuto poche ore prima del suicidio.
L'uomo ha riportato una frattura al polso con una prognosi di 35 giorni, un trauma cranico, escoriazioni e lesioni al basso ventre. Ascoltato anche il medico di guardia nell'infermeria del carcere, il primo a visitare Saturno dopo il litigio con gli agenti. La dottoressa avrebbe riferito al pm di non aver riscontrato sul corpo del giovane alcuna lesione dopo la colluttazione con i poliziotti. Il sostituto procuratore non ha iscritto ancora nessuno nel registro degli indagati perché al momento non ci sarebbero "elementi di reità". Le indagini dunque proseguono contro ignoti.
Ma i fratelli e le sorelle di Carlo Saturno non credono alla tesi degli agenti di polizia penitenziaria e ci vogliono vedere chiaro. Per questo ieri il legale della famiglia, l'avvocato Tania Rizzo del foro di Lecce, ha depositato in Procura a Bari una denuncia, sempre a carico di ignoti, in cui si chiede di indagare non solo per istigazione al suicidio, ma anche per omicidio colposo. La denuncia porta la firma della sorella Anna e vuole accertare che al giovane sia stata garantita in carcere tutta l'assistenza sanitaria necessaria. Saturno soffriva infatti di problemi psicologici e aveva bisogno di essere supportato dagli psicofarmaci. Problemi che aveva da quando nel 2004 era stato vittima di episodi di violenza nel carcere minorile di Lecce.
Fu picchiato per due volte dalle guardie che ebbe poi il coraggio di denunciare. Il 17 novembre scorso Saturno aveva già tentato il suicidio tagliandosi le braccia. Ma non era stato l'unico gesto di autolesionismo. Nei mesi precedenti, spiegano gli agenti di polizia penitenziaria, aveva tentato di ingerire delle lamette. L'avvocato Rizzo ha fatto dunque richiesta al carcere di Bari di avere copia della cartella clinica del ragazzo. "Si tratta di investigazioni difensive - spiega il legale - abbiamo chiesto di acquisire tutti i documenti di Carlo Saturno, dalla cartella clinica al verbale di arresto a seguito della colluttazione avvenuta in carcere il giorno del suicidio".
I familiari sono decisi ad andare fino in fondo. "Vogliamo capire cosa è successo - spiega la sorella Anna - non siamo convinti del suo suicidio, vogliamo sapere se è stato assistito adeguatamente dai sanitari in carcere, vogliamo sapere la verità".

Favi (Pd): intollerabile la disattenzione di Alfano

"L'ennesima tragica morte avvenuta nel carcere di Bari rappresenta emblematicamente la drammatica situazione in cui versa il sistema penitenziario italiano. È necessario al più presto fare chiarezza sulla morte del giovane Carlo Saturno ed è necessario che il ministro della Giustizia riferisca in Parlamento sull'accaduto. La disattenzione del ministro Alfano nei confronti dell'istituzione carceraria non può continuare.
Occorre onorare gli impegni presi nei mesi passati per quanto riguarda gli aumenti di organico degli agenti della polizia penitenziaria e delle altre figure professionali come gli educatori e gli psicologi. Ed è altresì indispensabile ripristinare le risorse economiche assegnate al carcere, che sono state di recente ulteriormente ridotte e che non consentono di garantire i diritti dei detenuti e del personale". Lo afferma Sandro Favi, responsabile carceri del Pd.

Dario Ginefra e Alberto Losacco (Pd) visitano Casa Circondariale Bari

I parlamentari del Pd Dario Ginefra e Alberto Losacco, al termine della visita alla Casa Circondariale di Bari svoltasi all'indomani della morte del detenuto Carlo Saturno, hanno dichiarato di essere " fiduciosi sulle risultanze degli approfondimenti che la Magistratura sta svolgendo in queste ore" e di augurarsi che "possano essere chiarite tutte le circostanze dell'impiccagione del giovane Saturno.
Confermiamo - hanno proseguito i due parlamentari - dopo il sopralluogo di questa mattina, il nostro giudizio critico sulla situazione in cui versa il nostro sistema carcerario e il carcere di Bari in particolare che ad oggi conta una popolazione carceraria doppia rispetto a quella prevista. Riteniamo che il Governo debba dare risposte alle richieste di soluzione dei problemi con i quali quotidianamente il personale penitenziario deve fare i conti.
Sicuramente - ha detto ancora - l'istituzione carceraria non è messa nelle condizioni di poter operare con serenità ed efficienza. Nel caso di specie, fatte salve eventuali responsabilità soggettive peraltro tutte da accertare, emerge l'incapacità del sistema carcerario nel suo complesso di svolgere quella funzione prevista dalla nostra Costituzione all'art. 27 laddove si afferma che "le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato".
È emerso - hanno ancora precisato Ginefra e Losacco - che il giovane Saturno si era reso protagonista di svariati atti di autolesionismo negli scorsi mesi e che il 17 novembre scorso aveva tentato il suicidio. La sua condizione psicologica era minata da una serie di eventi che avrebbero richiesto, probabilmente, un'attenzione maggiore, una maggiore vigilanza. Chiederemo al Ministro Alfano, ancora una volta, - hanno concluso - di impegnarsi con la stessa abnegazione impiegata per la risoluzione delle questioni giudiziarie del Premier, alla popolazione carceraria, ai diritti dei detenuti, nonché a quelli del personale impegnato nelle nostre carceri che, ogni giorno, con abnegazione, svolge il proprio dovere. È quanto mai urgente, anche a tutela del personale penitenziario, una rapida e puntuale indagine amministrativa".