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I volontari alla Camera; basta con l'equazione "+ carcere = + sicurezza"
Fonte: Redattore Sociale, 23 settembre 2010
23 settembre 2010

Tra i membri della delegazione Ornella Favero di Ristretti Orizzonti e Aldo Morrone, direttore del Forum per la salute. L'autocritica: "Manca la coesione". Domani durante il sit in davanti al Parlamento sarà lanciata la proposta di un congresso.
Salute, dipendenze, volontariato, piano carceri: sono stati molti i temi sul tavolo della commissione Giustizia della Camera, dove oggi si è svolta un'audizione sulle condizioni degli istituti penitenziari italiani. A raccontare storie, problemi, prospettive ed emergenze delle carceri una delegazione composta da alcuni dei principali attori del volontariato penitenziario e non solo, tra cui Ornella Favero di Ristretti Orizzonti, Franco Corleone e Aldo Morrone, direttore scientifico del Forum nazionale per la salute delle persone detenute. Ad ascoltare gli interventi e le sollecitazioni, alcuni membri della commissione presieduta da Giulia Bongiorno, presente all'incontro.
"Durante l'audizione sono stati toccati molti temi delicati - racconta Favero - tra cui quello, che a noi sta molto a cuore, della salute in carcere e della tempestività della diagnosi. In generale, abbiamo portato all'attenzione della commissione il quadro disastrato ed espresso le nostre opinioni su alcuni punti all'ordine del giorno". A partire dal piano carceri e dal controsenso di creare nuovi istituti quando ce ne sono alcuni nuovi, come quello di Trento, fermi per mancanza di personale.
"Abbiamo anche chiesto che vengano attuati interventi a breve termine per alleviare la condizione detentiva come, ad esempio, aumentare la possibilità di colloqui con i familiari, per far stare meno peggio i detenuti".
Al centro del dibattito anche la "misurina" dell'ultimo anno di pena ai domiciliari, che correrebbe il rischio di essere svuotata: "La nuova bozza esclude dai beneficiari i sottoposti all'articolo 4bis, che hanno commesso rapine o reati di analoga gravità. Ma quello che si dimentica è che queste persone, che si sono già fatte molti anni di carcere, comunque uscirebbero entro pochi mesi o al massimo un anno. Per cui non ha senso non ammetterle, svuotando così di fatto una legge che avrebbe potuto far uscire qualcuno". Il problema pero', secondo Favero, è ancora più a monte: "Finchè la politica e l'informazione insistono con l'equazione "+ carcere = + sicurezza" ogni nostra proposta sarà stoppata. Si guardi anche alla situazione dei tossicodipendenti che stanno riempiendo le carceri e che non dovrebbero star lì: manca la volontà politica di intervenire".
L'invito alla politica, dunque, è di tenere maggiormente da conto l'opinione di chi quotidianamente vive a contatto con il pianeta carcere. "Tutte le ultime circolari del Dap incentivano l'ampliamento degli spazi dei volontari, prevedendo un nostro contributo perfino per la prevenzione dei suicidi. Allora, se ci riconoscete una certa importanza ascoltateci di più! Noi siamo quelli che puntellano una situazione allo sfacelo". Ma ci sono anche motivi per fare una seria autocritica: "Manca una coesione nel volontariato penitenziario italiano: anche in appuntamenti come quelli di oggi arriviamo sempre in ordine sparso. Per cui domani durante il sit in davanti al Parlamento lancero' la proposta di un congresso nazionale del volontariato, per arrivare a definire obiettivi comuni".