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esposto contro la direzione per detenuto tunisino morto
Fonte: Ansa, 3 novembre 2009
3 novembre 2009


Il legale di Mbarka Sami Ben Garci, il detenuto tunisino morto il 5 settembre scorso dopo uno sciopero della fame di 40 giorni portato avanti nel carcere di Pavia, ha presentato un esposto alla Procura di Pavia nel quale accusa la direzione del carcere, il direttore sanitario della struttura e una psichiatra di essere responsabili della morte dell'immigrato.

L'uomo era deceduto al Policlinico San Matteo di Pavia dopo uno sciopero della fame iniziato in carcere alla fine di luglio. Il tunisino aveva deciso di protestare in quel modo, dopo che gli era stata inflitta una nuova condanna per violenza sessuale, accusa che il nordafricano aveva sempre respinto. La Procura, subito dopo l'accaduto, aveva aperto un fascicolo a carico di ignoti con l'ipotesi di omicidio colposo, disponendo l'autopsia che, stando ai primi esiti, avrebbe individuato in una crisi metabolica la causa della morte.

Ora in Procura è arrivato anche l'esposto presentato dall'avvocato Aldo Egidi, al quale sono allegate alcune lettere che il legale inviò alla direzione del carcere per richiedere il trattamento sanitario obbligatorio per il detenuto, che non intendeva interrompere lo sciopero della fame. "Il mio assistito - ha chiarito il legale - venne trasferito in via d'urgenza in ospedale solo quattro giorni prima di morire". E al tunisino, ha concluso il legale, "non venne mai praticato il tso, che forse avrebbe avuto l'effetto di salvargli la vita. Dalla psichiatra dell'ospedale al direttore sanitario del carcere, tutti dissero che non c'erano elementi per il tso.