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Modena: detenuto muore sniffando gas, suicidio o "incidente"?
Fonte: La Gazzetta di Modena, 13 aprile 2007
13 aprile 2007

È morto sniffando gas con la testa chiusa in un sacchetto di plastica. Questa la fine di un giovane nordafricano detenuto al Sant'Anna da qualche mese per furto. Forse un suicidio o, forse, il gas ha intorpidito l'uomo a tal punto che non è riuscito a togliersi la busta dalla testa prima di morire, perché quella dello sniffo dalle bombolette sembra una prassi consolidata all'interno del carcere.

Si infilano una busta in testa e fanno uscire il gas dalla bomboletta in modo che riempia la busta e così si sballano. Sembra essere questa la prassi consolidata tra numerosi detenuti del Sant'Anna, in particolar modo tra i tossicodipendenti. Questa tecnica autolesionista venerdì è stata fatale ad un nordafricano di circa 25 anni, arrestato per furto e detenuto da qualche mese. Il fatto è accaduto durante l'ora d'aria, che va dall'una alle due e trenta, durante la quale i detenuti possono uscire nel cortile del carcere o decidere di rimanere in cella.

Pare che il giovane - alcolista in cura per disintossicarsi - abbia chiesto di rimanere in cella e che, una volta solo, abbia cominciato la pratica di sniffo, forse abituale. Non si sa, infatti, se l'accaduto sia stato un tentativo di suicidio o se la dose di gas fuoriuscita dalla bomboletta sia stata eccessiva solo per caso, ma certamente pochi minuti sono stati fatali al giovane nord-africano che è morto, rovesciandosi a terra con la busta ancora stretta intorno al collo. Gli agenti in servizio sono immediatamente intervenuti tentando di rianimarlo e chiamando contemporaneamente i soccorsi.

Il giovane, però, era già morto e non c'è stato modo di salvarlo nemmeno con le tecniche di rianimazione. Al carcere, immediatamente allertate, sono arrivate, poco dopo le 14, le ambulanze che non hanno potuto fare altro che constatare il decesso. La prassi dello sniffo con il gas sembra essere, all'interno del Sant'Anna, solo una delle modalità con cui i detenuti riescono a "drogarsi" e a compiere atti di autolesionismo o tentato suicidio.

Per drogarsi, infatti, sembra che i detenuti utilizzino anche cocktail di farmaci, tagliati e mescolati tra loro come "droga fatta in casa", mentre per l'autolesionismo ci sono le lamette da barba con le quali, pare quasi quotidianamente, molti detenuti in particolar modo stranieri, si feriscono tagliandosi volontariamente le braccia e la pancia, e questo oltre i tentativi di suicidio per impiccagione.

Quella della bomboletta di gas, però, sembra essere tra tutte la più pericolosa. Le bombolette del gas nelle celle, infatti, oltre ad essere usate in questo modo improprio potrebbero facilmente diventare armi offensive di considerevole portata, anche contro gli agenti di guardia. Sembra che episodi simili, in altre carceri italiane siano già accaduti: bombolette usate come lanciafiamme o fatte scoppiare come bombe.