Non me vorrà ne sono certa Don Mazzi se replico al Suo scrivere del 12 Gennaio u.s. su La Repubblica.
E' doveroso farlo dopo l'intervento dell'illustre Sacerdote circa la nostra lettera al Ministro Mastella.
L'espressione :"la sofferenza usata per chiedere soddisfazione a livello personale incatena la società e la fa arretrare alla incivile parificazione fra offesa e pena" ci pare frutto di un abbaglio. Desideriamo rassicurare don Mazzi: nessuna richiesta di soddisfazione personale, ma solo una doverosa domanda al ministro Mastella, dopo la revoca del 41 bis a Cosimo Lo Nigro: e'una svista del Tribunale di sorveglianza di Torino o e' finita in Italia la stagione del carcere duro per i mafiosi stragisti, misura adottata per legge non per soddisfare le pulsioni dei familiari delle vittime, ma per cautelare lo Stato dai membri di un'organizzazione criminale che aveva assunto in quegli anni una deriva eversiva? E' vero, cerchiamo la verità, ne abbiamo diritto e ringraziamo chi si schiera per questo al nostro fianco, ma non vogliamo suscitare pietà, quello stato d'animo che opportunisticamente viene alimentato da false visioni della vita verso Abele.
Nella verità completa cerchiamo giustizia e per i nostri carnefici materiali della strage abbiamo sempre voluto solo ed esclusivamente l'applicazione della legge. Secondo noi da anni lo Stato mostra un cedimento grave nei confronti della mafia, che si palesa anche nella sua recente arrendevolezza nel contrastare decisioni che sovvertono le linee di politica giudiziaria antimafia di questi anni. A meno che le revoche non vengano condivise. Ma se così è lo si dica apertamente. Dal '93 la mafia ha dichiarato guerra contro il 41 bis, forse anche a suon di quelle bombe, e adesso sembra averla vinta. Come potremmo mai conoscere i nomi dei "Mandanti esterni alla strage", ai quali mi pare aneli lo stesso Don Mazzi, se le indagini sembrano avviate tutte sui binari morti delle archiviazioni?
In quanto all'impegno civile rispetto a coloro che si sono redenti per i loro delitti , da sempre noi ne abbiamo profuso e questa ricchezza non solo viene annegata nell'oblio ma umiliata nella pietà e nel richiamo.
Cordiali saluti
Giovanna Maggiani Chelli
Portavoce Vice Presidente
Associazione tra i familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili