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processo breve
Giovanna Maggiani Chelli (Associazione tra i familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili)
13 aprile 2011

L'enorme bagarre in atto sul processo breve è per noi motivo di grande preoccupazione.
A parte tutto il resto, se lo saranno domandato cosa succederebbe se a far eseguire le stragi alla mafia in via dei Georgofili fosse stato uno o più incensurati, come è probabile che sia, e dopo un limite brevissimo di tempo si dovesse far cadere tutto in prescrizione?
La verità sulle stragi del 1993 diventerebbe pura utopia considerando la complessità di una indagine per strage , capo di imputazione spesso difficoltoso da individuarsi fin dall'inizio dell'indagine stessa.
In questo Paese a volte è indagando su banali traffici di auto di grande o piccola cilindrata, o di piccole quantità di droga , oppure reati societari come il falso in bilancio, che si arriva a trovare la matassa che porta alle stragi, e il tempo per trovare i riscontri stabilito dal processo breve sarebbero deleteri per l'accertamento della verità.
Cosimo Lo Nigro faceva il pescivendolo a Palermo, Giacalone Luigi vendeva auto , e così via, tutti incensurati e bisognosi di verifiche lunghe e difficoltose per arrivare alla loro incriminazione per strage.
Cordiali saluti

Giovanna Maggiani Chelli
Presidente Associazione tra i familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili