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Cesare Pardini
Fonte: Tratto da "Il Sovversivo", di Corrado Stajano ed. BFS 2002. Le parti in corsivo sono tratte direttamente dall'autore.

Pisa, 1969. Ottobre è un mese di violenze fasciste e di risposte antifasciste.
Il 21, fascisti italiani e greci legati al regime dei colonnelli aggrediscono davanti alla facoltà di lingue alcuni studenti democratici. Proprio quel giorni Pino Rauti e Stefano delle Chiaie, in una villa del Pisano, si incontrano con Costantino Plevris, agente del servizio segreto greco, KYP, responsabile dei gruppi fascisti in Europa.
Pochi giorni dopo i missini aggrediscono due giovani democratici e si rifugiano poi nella sede del MSI. C'è una reazione immediata di un migliaio di manifestanti, che vengono caricati dalla polizia.
Lunedì 27 i sindacati hanno proclamato lo sciopero generale, appoggiati dai partiti esclusa la DC e ovviamente l'MSI. Si svolge una manifestazione unitaria di circa 10.000 persone, senza incidenti. Dopo il breve comizio del sindaco socialista, Fausta Cecchini, "mentre i dimostranti se ne vanno, un gruppetto di Potere Operaio cerca di forzare il blocco della polizia attestata in difesa della sede del MSI, in via San Martino. La polizia carica. Il sindaco e altri testimoni assistono dal palazzo comunale alle aggressioni poliziesche. I feriti sono centinaia. Sul lungarno Gambacorta, vicino alla spalletta dell'Arno - a pochi passi dal luogo dove sarà colpito 3 anni dopo Serantini - un candelotto colpisce a morte un giovane di ventidue anni, CESARE PARDINI. Aveva preso parte alla manifestazione antifascista, senza partecipare agli scontri che l'hanno seguita": sta semplicemente tornando a casa con un amico.
Secondo la questura è morto d'infarto: l'autopsia rivela che Pardini ha una costola spezzata e che è morto dieci minuti dopo "un trauma contusivo alla regione cardiaca".