Rete Invibili - Logo
manifestazione a Como
Giovani in Movimento-Fuori dalle Mura
18 settembre 2006

Como, 29 marzo 2006, due agenti del nucleo speciale di sicurezza del corpo di polizia locale (vigili urbani, armati, in borghese, con auto civetta) del Comune di Como, durante una normale azione di pattugliamento del traffico, intimano l'alt ad un'auto con a bordo cinque ragazzi. L'autista, Rumesh Rajgama Achrige, munito del solo foglio rosa, non si ferma all'alt e tenta un'improbabile fuga; al primo semaforo rosso l'auto viene bloccata dai due agenti che, pistola in pugno e colpo in canna, intimano ai ragazzi di scendere. I 4 passeggeri vengono accompagnati a bordo strada e messi al muro da uno dei due, l'altro agente, Marco Dianati, si occupa del guidatore, tenendolo per un braccio e puntando la pistola armata alla sua nuca lo spinge contro il muro... si sente un'esplosione, Rumesh si accascia sul marciapiede in una pozza di sangue che si allarga, ai piedi dei suoi amici, ha il cranio sfondato da un colpo sparato a bruciapelo dall'agente Dianati.
Dopo i primi giorni di disperata attesa, il giovane viene miracolosamente dichiarato fuori pericolo.
A distanza di sei mesi da quel tragico giorno Rumesh ha la parte destra del corpo semiparalizzata, disturbi alla vista ed all'udito sempre sul lato destro, sta lentamente recuperando la parola, non ha memoria di quel che è successo, ma sta prendendo sempre più coscienza che la sua vita, salva per miracolo, è compromessa per sempre, la sua gioventù spezzata dalla follia o dall'errore di un vigile urbano.

Il sindaco di Como, Bruni, che ha subito solidarizzato con l'agente che ha sparato, parla di "tragico incidente"; era stato lui l'ideatore della speciale task-force di vigili urbani nata nel 2002 soprattutto per contrastare i writers e "altri" fenomeni di microcriminalità, come i venditori abusivi. A Como per i writer c'era l'accusa di "associazione per delinquere", che legittimava i metodi di indagine usati, propri di ben altri contesti criminali (retate, intercettazioni telefoniche, pedinamenti, perquisizioni, appostamenti notturni), il tutto nel contesto di una intensa campagna di criminalizzazione portata avanti dal Comune e dai media locali, in cui si era giunti a parlare di una taglia sui graffitari, definiti "teppisti criminali".
La pattuglia speciale è stata autrice, in questi anni, di atti repressivi e di controllo nei confronti di giovani, migranti e writers. Sui metodi del nucleo sicurezza, dipendente direttamente dall'assessorato alla sicurezza e premiata nel 2005 dalla Regione Lombardia nella "giornata della gratitudine", erano già sorte critiche, non solo dell'opposizione e di alcune realtà comasche, ma anche della pretura e della questura.
Ma il Sindaco di Como Stefano Bruni (F.I.) e l'assessore alla sicurezza Francesco Scopelliti (A.N.) hanno rifiutato di assumersi la responsabilità politica di quanto accaduto, nonostante il nucleo fosse una loro idea ed alle loro dipendenze.
Dopo due mesi di cosiddette indagini sull'operato del nucleo (come se in questi 4 anni avesse agito in totale autonomia) viene presentata una relazione che ne celebra le lodi e ne esalta il valore senza minimamente entrare nel merito delle modalità d'ingaggio e sul reale operato, nè tantomeno rispondendo alle critiche e denunce di abuso di potere.
Il nucleo, fra proteste e perplessità di molti, torna operativo, i suoi obiettivi prioritari restano invariati.
L'agente colpevole del ferimento di Rumesh, in attesa di giudizio per il reato penale di "lesioni gravi colpose", viene reintegrato in servizio dopo due mesi di "malattia"; per lui non sono previste sanzioni disciplinari... sparare (per errore certamente) in testa ad un ragazzino disarmato è meno grave che timbrare il cartellino in ritardo, questo crea un precedente decisamente pericoloso che rischia di legittimare abusi di potere da parte dei futuri sceriffi dalla pistola facile che circoleranno in città.

Il Comune si giustifica dicendo di essere in attesa dell'esito del processo penale, e che solo a processo concluso (forse fra anni) avrebbe istituito una commissione interna per giudicare l'episodio. Mossa tecnicamente legittima, ma decisamente insensibile nei confronti della vittima, della sua famiglia, dei cittadini che in questi mesi hanno preso a cuore la situazione del ragazzo e della sicurezza in città... mossa possibile per una Giunta che, forte del controllo sui media locali e di un'opinione pubblica sopita e tendenzialmente disinteressata, può realmente fare ciò che vuole, fottendosene altamente (è il caso di dirlo) di regolamenti, leggi che vogliono una proporzione fra armamento dei vigili e rischi che vanno a correre in servizio (pistola contro bomboletta), del buon senso, delle proteste dei cittadini solo perché rappresentano una minoranza.

I Giovani in Movimento rappresentano una parte della cittadinanza giovanile che spontaneamente, dopo il ferimento di Rumesh, si è riunita per opporsi alle politiche di sicurezza di una Giunta che riesce ad agire solo in senso repressivo, rifiutando il dialogo, che invece di valorizzare politiche sociali di accoglienza ed analisi dei disagi o dei fenomeni sociali, preferisce schiacciarli con la forza quando questi diventano troppo visibili, scomodi per una certa parte dell'elettorato e possibili oggetti di campagne politiche.
Per non dimenticare, perché i colpevoli non restino impuniti, perché le responsabilità vengano a galla, per trasformare la nostra città e il nostro Paese in un posto realmente più accogliente e vivibile per tutti (figuriamoci che Como è nella lista delle città italiane "Messaggere di Pace"),
SABATO 30 SETTEMBRE i Giovani in Movimento-Fuori dalle Mura, promuovono un CORTEO CONTRO LA REPRESSIONE (INSENSATA).
Il ritrovo sarà a COMO alle 14.00 presso il parcheggio dell'Ippocastano, accanto all'Esselunga, di fronte al Setificio.

GIOVEDì 21 SETTEMBRE ASSEMBLEA PUBBLICA "Giovani e repressione", ore 21.00 Sala Noseda, via Italia Libera 23 (presso la CGIL), Como.

Saremo presenti:
SABATO 23 SETTEMBRE "Verità e Giustizia per Aldro" corteo a FERRARA per ricordare Federico Aldrovandi, vittima della repressione.

sabato 30 settembre 2006: manifestazione per le vie di Como
Giovani in Movimento-Fuori dalle Mura