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intervento del Senatore Gigi Malabarba
Gigi Malabarba
11 dicembre 2004
Care compagne e cari compagni,
anche solo guardando la mia storia, di uno dei tanti militanti della sinistra milanese del 68, in relazione alle associazioni promotrici dell'incontro di oggi, che portano il nome delle vittime della repressione e dello stragismo di stato e fascista, mi dò spontaneamente e naturalmente la spiegazione di come ci hanno voluto colpire, sempre: è impressionante per quanto siamo coinvolti. Fisicamente ed emotivamente, oltre che politicamente, coinvolti.
Ho sentito lo scoppio della bomba alla Banca dell'agricoltura e nel primo anniversario della strage ero al corteo in cui fu ucciso Saverio Saltarelli, ho conosciuto Roberto Franceschi nel movimento studentesco, prima di entrare all'Alfa Romeo ero nello stesso collettivo di lavoratori della scuola con Giulietta Banzi, dilaniata dalla bomba di Piazza della Loggia, partecipavo alla manifestazione per Claudio Varalli a pochi metri dal gippone che investiva Giannino Zibecchi, con Iaio ci riunivamo in un bar vicino al professionale Settembrini che lui frequentava e io seguivo politicamente cose come l'avvio dell'occupazione del Leoncavallo...
Ripeto: ripenso alla storia della "meglio gioventù" e le strade incrociano molte di quelle vicende di cui parliamo oggi; forse il primo filo rosso che lega tutte e tutti noi militanti dei movimenti sta qui.
Più recentemente mi sono occupato istituzionalmente (anche se con risultati deludenti, che mi amareggiano molto, come i genitori di Carlo, del nostro Carlo ben sanno) delle repressioni del movimento a Napoli e Genova nel 2001 e dell'uccisione di Dax a Milano. Neppure la Commissione d'inchiesta sul G8 siamo riusciti - come opposizioni - a portare a casa, dopo la vergogna dell'indagine parlamentare immediatamente realizzata al solo fine di assolvere preventivamente Gianni De Gennaro e soci. Il dibattito nell'aula del Senato è in calendario da un anno esatto e non è mai stata fissata la data della discussione, né la sinistra si è MAI sentita in dovere di protestare per questo!
La politica è una cosa troppo seria per lasciarla nella mani dei politici: senza le associazioni e il loro ruolo nella società i politici, anche quelli "più vicini", non producono niente di buono. Questa mia considerazione non è per fare del populismo: è il concreto bilancio di una legislatura in uno dei Palazzi delle Istituzioni, nel quale ho incontrato una bravissima collega, Daria Bonfietti, anche lei lasciata troppo sola dalla politica per quella vicenda drammatica di Ustica, che hanno voluto chiudere in quel modo proprio in questi giorni.
Un altro assassinio impunito, che mi ha coinvolto personalmente più di ogni altro, è quello di un altro ragazzo di vent'anni, Luca Rossi, che voglio ricordare qui anche se la sua associazione non figura tra i promotori, vittima della Legge Reale e dei poliziotti dalla pistola facile.

"Fare fronte comune contro le impunità e per la verità", sembra di parlare di storie di ordinaria repressione in America Latina, e invece siamo qui nel nostro democratico Paese. Fare fronte comune è oggi indispensabile, così com'è utilissima la proposta che condivido di una Giornata della Verità, che consenta di rendere visibile ciò che si vuol rendere invisibile, di non dimenticare ciò che vogliono cancellare dalla nostra memoria, in una parola: di pretendere giustizia.
Con altri/e colleghi/e abbiamo promosso in più occasioni degli osservatori parlamentari sulle vicende di repressione. Con gli stessi, se lo riterrete opportuno, potremmo anche presentare un disegno di Legge per l'istituzione di una Giornata della Verità: non ce lo approveranno, lo so bene, e saranno le associazioni stesse ad istituirla senza imprimatur di legge. Deve vivere con un suo percorso autonomo e dal basso, a mio parere. Mi piacerebbe però l'idea di presentare istituzionalmente una proposta di questo tipo solo per contrapporla alla vergogna di tante iniziative di "giornate" strumentali, come quella che vorrebbe offuscare il 25 aprile, in nome di "un'altra liberazione", quella dell'Europa dal Comunismo, istituita dal governo di centrodestra pochi mesi fa.
Con l'augurio di un successo per l'iniziativa di oggi e per le Reti Invisibili, vi invio un saluto e un abbraccio.

Gigi Malabarba