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Un documentario per raccontare la tragica morte di Massimo Casalnuovo
Cinzia Gubbini
19 agosto 2013

Un documentario per raccontare la tragica morte di Massimo Casalnuovo, il ragazzo deceduto a soli 22 anni a Buonabitacolo due anni fa. Era il 20 agosto, e proprio domani, in occasione della ricorrenza della sua morte, il doc firmato dal regista Dario Tepedino "Mi chiamo Massimo e chiedo giustizia" sarà proiettato in piazza Aldo Moro, a Buonabitacolo, L'appuntamento è alle ore 21, l'ingresso è gratuito.

Il documentario è una preziosa ricostruzione dell'incidente di cui è stato vittima il ragazzo. ma il termine "incidente" non è corretto, visto che l'accusa della famiglia e di alcuni testimoni oculari è che Massimo sia stato fatto cadere dal suo scooter: mentre tornava a casa trovò dietro una curva, a quanto pare non segnalato, un posto di blocco dei carabinieri. Un militare diede l'alt, ma il ragazzo - che forse vide solo all'ultimo momento il posto di blocco - non si fermò. Fu allora che, un altro carabiniere, Giovanni Cunsolo, avrebbe sferrato un violento calcio alla scocca del motorino, procurando la caduta violenta di Massimo.

"Si può morire perché non ci si ferma a un posto di blocco, a quanto pare pure malsegnalato?", si chiede nel documentario il sindaco di Buonabitacolo, solo una delle tante voci che contribuisce a ricostruire quell'evento. Quel che è certo è che come in molti altri casi in cui sono coinvolti poliziotti e carabinieri nella morte di ragazzi, nell'immediatezza del fatto vengono diffuse versioni ufficiali che mirano a scagionare gli agenti. Dopo la morte di Massimo, ad esempio, l'Arma sostenne che il ragazzo aveva cercato di investire il carabiniere.

In 40 minuti il documentario prende in esame tutte le fasi dell'accaduto; dal primo comunicato stampa dell'Arma che incolpava Massimo di avere investito il maresciallo dei carabinieri, all'insurrezione della comunità di Buonabitacolo, le voci di Emilio Risi ed Elia Marchesano testimoni oculari dell'incidente, le istituzioni locali, gli atti di indagine della polizia giudiziaria, le perizie tecniche, fino alla battaglia portata avanti dalla famiglia Casalnuovo in questi due anni, e l'udienza preliminare che lo scorso 5 luglio ha visto assolvere il maresciallo dei carabinieri Giovanni Cunsolo, unico indagato per la morte di Massimo.

"La storia di Casalnuovo come quelle di Aldrovandi, Uva, Mastrogiovanni, Cucchi, Sandri, eccetera non possono essere archiviate - spiega il regista Dario Tepedino -, per arrivare alla verità bisogna continuare a ricordare e fare in modo che le incoerenze escano dai confini locali e arrivino a quante più persone possibili. È questo lo scopo del documentario, fare conoscere all'Italia questa tragedia e fare in modo che non sbiadisca finché non sarà fatta chiarezza. Per realizzare questo lavoro sono stati indispensabili il comitato Giustizia e Verità per Massimo, gli amici di Massimo, l'avvocato Cristiano Sandri, e soprattutto la forza e la dignità che contraddistinguono la famiglia Casalnuovo".

Link trailer: https://vimeo.com/72043287