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Cassandra, visioni di un decennio vissuto cercando altri mondi
Checchino Antonini
Fonte: Liberazione, 1 luglio 2011
1 luglio 2011

Tutti i giorni, da oggi, gratis, nel sottoporticato di Palazzo Ducale, dalle 10 alle 20, fino al 24 luglio sarà allestita Cassandra, l'impresa del Progetto Comunicazione di Milano per il decennale di Genva 2011. In realtà è pensata come una mostra sul decennio perché intende dimostrare l'urgenza delle questioni poste dal movimento plurale e internazionale che fece irruzione sulla scena italiana in quei giorni di luglio. A curarla sono state Francesca Marzotto, Eliana Scaravaggi, Alessandra Fava con la direzione artistica di Federico Mininni. Cassandra perché avevano ragione gli altermondialisti a predire la crisi globale finanziaria. Memorabile l'intervento del sociologo filippino Walden Bello, alla vigilia delle manifestazioni del Gsf: «Siamo nel pieno di una crisi strutturale - disse - la più classica: una crisi da sovrapproduzione. Durante il boom degli anni '90 gli investimenti sono stati sovradimensionati in quasi tutti i settori di rilievo (infrastrutture, telecomunicazioni, automobili, beni di consumo): si produce troppo di quasi tutto. Tutto quello che è successo alla fine degli anni '90 ruota attorno alla crisi di redditività nell'economia reale, che ha portato i capitali a cercare profitto nella finanza. Negli Usa i profitti hanno smesso di crescere nel 1997 e la risposta è stata una serie di fusioni, sia industriali sia finanziarie, e insieme la fuga dei capitali verso una finanza sempre più speculativa. Ma nell'ultimo anno e mezzo anche la "bolla" della new economy è scoppiata, mandando in fumo 4.600 miliardi di dollari. In retrospettiva, la crisi asiatica del 1997-'98 e tutte quelle che sono seguite, russa, brasiliana, ora la crisi negli Usa con i suoi riflessi in Europa, sono tutte legate: un unico ciclone depressivo e recessivo. E' chiaro che non si tratta di una crisi ciclica ma di qualcosa di più profondo, da cui nessuno sa bene come uscire».
Parole che, dieci anni dopo, permettono di rileggere la storia con le lenti del movimento dei movimenti che, proprio per quella capacità analitica si provò a stroncare con la violenza nel 2001. In mostra una serie di reportage fotografici, brevi testi, molti video disseminati lungo il percorso, la cronologia del decennio su grandi pannelli illustrati, le notizie da non dimenticare, le vignette di Altan, Ellekappa e Vauro, le prime pagine, memorie web e un album di foto sui World Social Forum. Testi di Anna Pizzo e Gigi Sullo, Alberto Burgio, Roberto Romano e Jean Ziegler, Fulvio Aurora, Erri De Luca, Laura Eduati, Rosanna Frati, Marco Pitzen, Chawki Senouci, Piero Maestri, Gino Strada, Claudio Jampaglia, Zanotelli, Agnoletto, Guadagnucci, Mario Portanova, Ezio Bartok, oltre che del vostro cronista.
Se Cassandra conquista il palazzo simbolo della città, altri eventi sono stati già disseminati tra il centro e le periferie genovesi dal Forum cultura e dal coordinamento che s'è fatto carico di questo decennale denso di implicazioni con quanto sta avvenendo a Genova - la crisi alla Fincantieri, il pressing per grandi inutili opere come la Gronda e la repressione su chi contesta che la crisi la paghi chi la subisce - in Val Susa e in tutti i territori dove ci si batte per l'acqua bene comune. Sul sito www.genova2011.org c'è un programma che va ben oltre i giorni della memoria che pure restano scadenze centrali per le reti che torneranno a cercare una relazione proficua. Quello che si preannuncia per sabato 23 sarà un corteo "originale", contraddistinto da animazioni di piazze tematiche e da un percorso inedito per gli altermondialisti, da Ponente fino al Porto Antico e vorrà rappresentare le resistenze territoriali e i conflitti sociali. L'ultimo giorno, domenica 24, sarà la volta dell'assemblea dei movimenti sociali. Tutto questo mentre i fabbricanti di paura sembrano essersi rimessi in agitazione. A parte i comunicanti deliranti sul web di sedicenti rivoltosi, a entrare in azione è stato il principale giornale della città, tifoso di grandi opere da sempre e abituato alla tessitura di emergenze sicuritarie. In queste ore sta cavalcando l'onda delle cariche in Val Susa dando in pasto ai suoi lettori la suggestione di «Genova come un palcoscenico, ancora una volta ombelico della protesta e della rabbia». Articoli che sembrano scritti su suggerimento di prefettura e questura che hanno chiesto al Comune di concedere suolo pubblico solo a soggetti di «provata affidabilità». Naturalmente l'assessore in quota Sel ha detto sì alla «richiesta di buon senso». Anche la digos soffia sul fuoco. Come pure il dirigente di un sindacatino di polizia che ogni anno annuncia di voler occupare Piazza Alimonda nell'anniversario dell'omicidio di Carlo. Ieri, col medesimo afflato pacifista, lo stesso personaggio ha "invitato" i promotori ad annullare il calendario del decennale.