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E "Il Giornale" lincia un ragazzo morto
Angela Mauro
Fonte: Liberazione, 18 novembre 2007
18 novembre 2007

Lo incontriamo mentre il corteo fatica a riordinarsi per partire. Tanta gente, ben oltre le aspettative. Giuliano Giuliani è indaffarato con una piccola crostata alle mele che offre a tutti, compagni e giornalisti. E se gli parli dell'ultima "sparata" de Il Giornale è sconsolato, di certo non sorpreso. Il padre di Carlo, ucciso nel mezzo dell'anti-G8 di Genova 2001, prende tra le mani il quotidiano, guarda quelle foto di suo figlio "black bloc" - così c'è scritto - sbattute in prima pagina, sospira. «Valuterò con i legali se sporgere querela».

A sei anni di distanza, nel giorno della manifestazione per chiedere verità e giustizia su Genova, la più grossa degli ultimi tempi, che effetto fa vedere certi reportage?
Queste foto non costituiscono alcun problema per me. Non ne risulta nulla di più forte rispetto alla foto che io stesso ho inserito nel filmato "Quale verità su Piazza Alimonda". Mi riferisco alla foto in cui Carlo tira un sasso verso i carabinieri che si sono prodotti nel vergognoso attacco al fianco del corteo di via Tolemaide, attacco che si conclude con la fuga dei manifestanti verso Piazza Alimonda e che fu la trappola preparata per poi fare il morto in Piazza Alimonda. Condivido quel gesto di Carlo: è stato un gesto di resistenza verso un abuso.

Il pezzo de Il Giornale si conclude con un assurdo collegamento tra Carlo e la zia, Maria Elena Angeloni, morta mentre cercava di far saltare in aria un'autobomba davanti all'ambasciata Usa in Grecia nel '70. Si conclude: «Se non era per il nipote, nessuno si sarebbe più ricordato della zia».
E' l'opera di spregiudicati giornalisti di un "foglio" che erroneamente viene chiamato "giornale". Carlo non era nemmeno nato quando la zia morì mentre cercava di preparare un attentato dimostrativo, e sottolineo dimostrativo, contro il regime dei Colonnelli in Grecia. Un attentato che non mirava ad uccidere persone, se non gli inesperti che cercarono di metterlo in pratica. Quello de Il Giornale è un miserabile tentativo di rispondere alla verità che, anche se a distanza di anni, sta emergendo a livello di massa grazie all'operato di numerose trasmissioni tv. Finalmente la televisione sta facendo il suo mestiere. C'è da ringraziare e apprezzare.
Mentre il Parlamento non lo fa il suo mestiere per la verità su Genova e sceglie di bloccare l'istituzione della Commissione d'inchiesta sul G8, prevista nel programma dell'Unione. E' deluso?
Non l'ha voluta istituire la Commissione Affari Costituzionali della Camera, grazie al voto assurdo di alcuni parlamentari dell'Unione e alle assenze mirate di altri. Mi auguro che lo faccia l'aula di Montecitorio.

La piazza del 17 novembre 2007 però ha idee diverse sulla commissione. C'è una parte di movimento che la ritiene inutile, quasi un "paravento" per Rifondazione al governo...
E' legittimo avere opinioni diverse, ma non comprendo chi pensa che la commissione parlamentare d'inchiesta sul G8 sia inutile. Non lo capisco perché ho l'assoluta convinzione che la responsabilità politica e la catena di comando le può accertare solo una commissione d'inchiesta parlamentare, non l'aula di un tribunale. Siccome penso che i mandanti dell'assassinio di Carlo facciano parte di quella catena di responsabilità politiche, con i mandanti e i responsabili delle violenze compiute in strada, alla Diaz, a Bolzaneto, allora ritengo la commissione assolutamente necessaria.

Dicevi delle tv, che stanno facendo un buon servizio su Genova. Torno sul reportage de Il Giornale. Di certo è la punta più avanzata delle ultime speculazioni mediatiche su Genova e l'omicidio di Carlo. Ma è anche vero che pure altri quotidiani non si sono risparmiati i toni allarmistici sulla manifestazione del 17 novembre.
C'è un problema legato all'informazione in Italia e in alcuni momenti è particolarmente accentuato. Ho fatto parte della categoria della stampa, nell'ufficio stampa della Cgil e collaborando con alcuni quotidiani in gioventù. Continuo a pensare che quello del giornalista sia il mestiere più bello del mondo se e quando permette di dire le cose come sono nella realtà. Ma c'è chi abusa...