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lettera aperta di SABINA ROSSA
Sabina Rossa
8 maggio 2007

Sono anni che in Parlamento si discute sull'ipotesi di una giornata della memoria sul terrorismo senza mai approdare a nulla di fatto.
Sono anni che il Paese civile così come i familiari delle vittime e gli invalidi attendono dal Parlamento l'istituzione di questa giornata.
Credo che altre date, delle tante di quegli anni ,avrebbero avutola dignità morale e storica per essere rappresentative e quindi per essere state scelte.
Il punto non è fare una graduatoria.
Semmai fare una somma dei morti, dei feriti e di quanti pagarono inconsapevolmente o consapevolmente il prezzo del terrorismo.
E' evidente,oggi, ciò che ha rappresentato lo stragismo di destra, il ruolo tutto da chiarire di parti deviate dello Stato ed è altrettanto evidente ciò che ha rappresentato il terrorismo delle brigate rosse, del partito comunista combattente e delle decine di sigle che hanno fatto la storia di quegli anni.
Personalmente, in questa mia esperienza parlamentare ho ritenuto importante arrivare il più rapidamente possibile a far sì che questa giornata venisse votata.
Era altresì indubbio che questa data dovesse avere una forte valenza nazionale così come una risposta politicamente trasversale, come del resto è stato sottolineato dai rappresentanti delle Associazioni auditi in commissione affari costituzionali al Senato.
Questo dato forse sfugge a molti ma credo invece vada sottolineato perché prescindendo da esso ogni discussione diviene inutile e sterile.
E' evidente che attorno alla data del 9 maggio è stata possibile una convergenza di tutte le forze politiche e il dato emblematico è che in commissione affari costituzionali al Senato il voto è stato all'unanimità.
Non ho seguito la discussione alla Camera ma ritengo che il problema sollevato da chi di fatto si è astenuto poteva e doveva essere politicamente affrontato e risolto.
Ritengo fondamentale che oggi una data esista.
Manca nel nostro Paese una memoria storica collettiva sugli anni dello stragismo e del terrorismo.
Manca la consapevolezza di ciò che ha significato e ha rappresentato il terrorismo come pericolo per la democrazia.
Particolare attenzione andrà rivolta ai giovani, a quei giovani che identificano il terrorismo esclusivamente con l'estremismo islamico, a quei giovani spesso ignari (e non certo per colpa loro ) di cio' che è stato il terrorismo e lo stragismo in quel ventennio della nostra storia che è stato definito il periodo buio della Repubblica.
Terrorismo e stragismo di cui la storia ci restituisce tanti casi irrisolti, tante vicende mai chiarite, tante, troppe famiglie che ancora oggi piangono i loro cari senza conoscere i nomi dei loro assassini.
Occorre aprire un dibattito nelle scuole, nella cultura italiana, occorre parlare ai giovani e raccontare loro che cosa è stato lo stragismo e il terrorismo.
Il 9 maggio potrà essere l'occasione di un generale sforzo di approfondimento.
I giovani studenti dovranno divenire i primi interlocutori di un processo di chiarificazione storica ad oggi tutt 'altro che concluso.
Solo così questa giornata potrà rappresentare un vero momento di crescita culturale e politica nel nostro Paese.
Perché questo è il punto: la scelta di dedicare una giornata di riflessione sulla nostra storia recente assume grande valore, ma ha un senso se si presenta come volontà istituzionale di capire le ragioni di quel terrorismo, perché ha così colpito e per così lungo tempo l'Italia, accompagnando al ricordo la volontà esplicita di conoscere le dinamiche, anche quelle rimaste nascoste e di comprendere perché non sia stato possibile fare completa luce.
Non solo una celebrazione lontana dai piu' ma un momento di riflessione autentica sui valori della democrazia.