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rassegna stampa 10

24 giugno 2006
Infortuni Bergamo e Verona, in 24 ore quattro morti sul lavoro
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L'esplosione ha raso al suolo il capannone e ha ucciso sul colpo l'unico operaio che si trovava all'interno.
Alcuni lavoratori, sbalzati dallo spostamento d'aria, se la sono cavata con ferite e traumi leggeri. E' successo ieri alla Cosimo Fina, ditta specializzata nella manutenzione di bombole e di serbatoi sotto pressione, nella zona industriale di Terno d'Isola (Bergamo). Nel capannonne erano stoccate bombole di acetilene che l'operaio avrebbe dovuto spostare. Una fuga di gas ha innescato probabilmente una reazione a catena. E' il secondo infortunio mortale sul lavoro in meno di 24 ore in provincia di Bergamo. Giovedì nel deposito della San Pellegrino un camionista tedesco è stato investito e ucciso da un muletto in retromarcia. Le operazioni di carico e scarico dei Tir che trasportano in tutta Europa acqua minerale e bevande sono esternalizzate. Le due ore di sciopero, subito proclamate dal sindacato, hanno di nuovo puntato il dito contro gli appalti, «porti franchi» che abbassano sia i salari che la sicurezza. Sempre giovedì, in provincia di Verona, due edili rumeni sono morti, schiantati al suolo da trenta metri di altezza. Stavano lavorando sul campanile della chiesa di Buttapietra. Non avrebbero agganciato il fermo che chiude il cestello della gru. In regola con il permesso di soggiorno, lavoravano come manovali per una ditta veronese. Se erano manovali, non dovevano stare sulla gru.

25 giugno 2006
La grande opera uccide
http://www.ilmanifesto.it/
Tragedia sull'Autostrada «dei miracoli»: un morto, quattordici feriti
Un tratto in costruzione della Catania-Siracusa precipita addosso a venti operai. Uno di loro muore, si chiamava Antonio Veneziano. Era al lavoro da soli tre giorni
Massimo Giannetti
Catania
Erano circa le undici quando ieri mattina sotto l'autostrada in costruzione tra Augusta e Carlentini è venuto giù l'inferno: i circa venti operai che in quel momento erano al lavoro sono stati letteralmente travolti dall'enorme ponteggio di ferro e cemento crollato da oltre venti metri di altezza. Poteva essere una strage, ma il bilancio è comunque pesante: un giovano operaio morto e altri quattordici feriti, due dei quali in gravi condizioni. Le cause della tragedia fino a tarda sera erano ancora incerte.
Saranno gli operai sopravvissuti a ricostruirle nei prossimi giorni. Al momento si fanno soltanto ipotesi: a provocare il crollo del ponteggio - circa 140 metri - potrebbe essere stato il braccio di una gru-ponte che si è abbattuto sul cantiere; un'altra ipotesi, anche questa al vaglio della magistratura di Siracusa che ha aperto un'inchiesta, è che a originare la tragedia sia stato il cedimento del terreno sul quale era poggiata la stessa gru. Una terza ipotesi, ben più grave delle altre, è che a cedere sia stato lo stesso pilastro di cemento che sorregge il ponte.
Per diverse ore si sono temuti crolli a catena su tutto il viadotto in costruzione, lungo circa trecento metri. La tempestività dei soccorsi avrebbe contribuito ad evitare il peggio. E mentre i vigili del fuoco facevano evacuare il cantiere (perché avevano sentito «scricchiolii») dalle macerie venivano intanto estratti miracolosamente illesi una decina di operai. Per due loro compagni le condizioni sono apparse invece subito gravi e sono stati portati di corsa al «Cannizzaro» di Catania, dove sono attualmente in prognosi riservata. Per Antonio Veneziano purtroppo non c'è stato niente da fare: i soccorritori lo hanno trovato già morto sotto le macerie. Aveva 25 anni, era di Messina ed era stato assunto appena tre giorni dalla «Spic» di Treviso, la ditta che sta eseguendo i lavori in subappalto per contro della società «Pizzatorri di Parma», General contractor dell'austostrada dei «miracoli», interamente gestita dall'Anas. Sembra che gli operai fossero regolarmente assunti (almeno questo riferiscono fonti sindacali). Certo è che le condizioni in cui lavoravano non dovevano essere proprio eccellenti. E dopo l'ennesima tragedia sul lavoro intervengono tutte le alte cariche dello stato, dal presidente della repubblica al presidente del senato a quello della camera. Per Giorgio Napolitano il «drammatico bilancio dell'incidente mette in evidenza situazioni inaccettabili sotto il profilo della sicurezza sul lavoro, e richiama alla necessità di una più costante e forte vigilanza per il rispetto delle norme e delle condizioni di lavoro».
Fausto Bertinotti e Franco Marini chiedono che venga fatta presto luce su quanto accaduto: «Le istituzioni - dice il presidente della camera - agiscano affinché siano individuate le cause e le responsabilità sociali di questa terribile tragedia, perché si moltiplichino l'impegno affinché venga accolto l'appello del capo della repubblica per il rigoroso rispetto delle norme di prevenzione e sicurezza». Sicurezza e prevenzione che secondo Cgil, Cisl e Uil - che per domani hanno proclamato uno sciopero dei lavoratori della Catania-Siracusa - nei cantieri siciliani lasciano il tempo che trovano: «La verità è che c'è un sistema che fa acqua da tutte le parti - accusa il segretario regionale della Cgil, Italo Tripi -. La Regione oltre a esprimere il doveroso cordoglio, abbia chiaro che non può stare a guardare: convochi subito i sindacati e si metta in regola per quello che sono le azioni di sua competenza per rafforzare i sistemi di sicurezza nei luoghi di lavoro e a garantire il rispetto delle norme in materia». «Nel settore delle costruzioni e nell'edilizia manca ogni forma di controllo pubblico - rincara la dose Enzo campo, segretario della Fillea - a fronte di circa 600 addetti necessari in Sicilia alla vigilanza dei cantieri, secondo l'Ispettorato alla sanità, ce ne sono meno di 200». «Governo regionale e Asl sono assenti - aggiunge - e non si preoccupano dei servizi di prevenzione nei confronti dei nostri lavoratori. Da anni denunciamo questa situazione e ad oggi non abbiamo trovato nessuna risposta».
Sulla sicurezza e sui tagli ai fondi Anas, i sindacati nei prossimi giorni lanceranno alcune iniziative. La Filca-Cisl critica anche la legge Obiettivo che «abbatte le garanzie di sicurezza consentendo il ricorso al subappalto per il 100% delle opere». Della tragedia sull'autostrada il governo riferirà martedì alle commissioni di camera e senato: «I fatti di oggi - dice il ministro delle Infrastrutture, Antonio Di Pietro - dimostrano quanto la gestione ai General contractor sia opaca e poco trasparente e dimostra che la smania di finire i lavori e fare profitti sia controproducente per la sicurezza dei lavoratori e dei cittadini».

26 giugno 2006
Lavoro Nuovo infortunio a Pisa Muore alla Saint Gobain
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Drammatico incidente sul lavoro ieri a Pisa. Carlo Pratelli, 62 anni, dipendente di una ditta di trasporti, è morto all'interno dello stabilimento della «Saint Gobain». L'incidente sarebbe avvenuto in un'area non gestita direttamente dalla «Saint Gobain», quella di carico e scarico delle merci, gestita dalla ditta di autotrasporti «Mancini» di Cascina, e dalla «Altea». Pratelli, che era alla guida di una motrice, sarebbe entrato nell'area per il carico intorno alle 10.30. L'uomo era sceso dalla cabina della motrice ed attendeva, sul lato destro dell'autoarticolato, che venisse caricata la merce. Quando i due magazzinieri incaricati si sono allontanati per prendere altre casse, hanno sentito un forte rumore. Pratelli è stato trovato sotto tre casse di lastre di vetro del peso complessivo di 6 tonnellate. Il pesante carico è scivolato di lato, probabilmente perché qualcuno, forse la stessa vittima, ha alzato gli stabilizzatori dell'autoarticolato quando ancora non era stato messo in sicurezza.

30 giugno 2006
Bergamo
5 morti sul lavoro a giugno, 3 immigrati
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Manuela Cartosio
Sono spirati nella notte, uno in una clinica di Palermo, l'altro agli Ospedali riuniti di Bergamo. Si erano infortunati sul lavoro mercoledì. A Calogero Minardi, 40 anni, una scheggia di metallo schizzata come un proiettile da una tagliatrice ha perforato un polmone. Lavorava all'argenteria Stancampiano di Palermo. Della seconda vittima le agenzie non riportano il nome. Aveva 25 anni, era egiziano, è stato investito da un carrello mentre puliva uno scivolo della malta alla Av Strutture di Calvenzano. Con lui salgono a cinque le vittime del lavoro in provincia di Bergamo nel solo mese di giugno. Tre di loro erano immigrati.
Il primo giugno il senegalese Laye Dieng è precipato dal tetto delle Fonderie Pilenga a Comun Nuovo. Morto per caduta dall'alto, il 15 giugno, anche il brasiliano Leandro Canaver: stava installando una grondaia in una villa a Soncino. Straniero, ma non immigrato, il camionista tedesco Franz Rainert investito il 22 giugno da un carrello elevatore sul piazzale di carico e scarico della San Pelligrino.
Francesco Buccolini è l'unica vittima, ma potevano essere di più, dell'esplosione che a Terno d'Isola ha raso al suolo un capannone della Cosimo Fina, saturo di acetilene.
Martino Signori da due settimane è passato dalla Fiom alla segreteria della Cgil di Bergamo. Tra le sue competenze c'è la sicurezza nei luoghi di lavoro. Non è un pivello, eppure si sente schiacciato da un senso di impotenza. «Un impatto drammatico», dice, «fare vertenze sul salario e sull'orario è un conto, i morti li subiamo». Cgil, Cisl e Uil incontreranno questa mattina il prefetto di Bergamo. Sono arrivati da poco a Bergamo una decina di nuovi ispettori del lavoro. L'altro ieri il ministro del lavoro Damiano ha dichiarato che molti ispettori in passato non hanno potuto svolgere il loro lavoro sul campo: non c'erano neppure i soldi per fare il pieno di benzina.
«Vogliamo sapere se i dieci ispettori vanno in giro o stanno in ufficio», dice Signori. C'è bisogno di controlli come del pane e però, ammette, la radice dell'insicurezza sta nella precarietà, nelle esternalizzazioni, negli appalti al massimo ribasso. Tagliare quella radice mortifera non spetta agli ispettori, spetta alla politica, al governo, all'azione sindacale.
Alla Av di Calvenzano su 126 addetti 30 sono «somministrati», nuova definizione degli interinali post legge Biagi. Sballottati da un'azienda all'altra senza formazione, senza neppure conoscere il luogo fisico dove operano. Sembra che a causare l'esplosione a Terno d'Isola sia stata l'interruzione della corrente elettrica. Se è così, è una cosa gravissima, significa che un'azienda dove si maneggiano bombole di gas non c'era un generatore di riserva. Il brasiliano caduto dal tetto a Soncino «non aveva la cintura di sicurezza». Evidentemente «non era legato» neppure il senegalese precipiatto dal tetto della fonderia. Era assunto a tempo indeterminato e Signori si chiede come mai sul tetto «hanno mandato proprio il senegalese». La sua risposta è che agli immigrati «toccano i lavori più ingrati e rischiosi». Chiediamo al segretario della Cgil se tre immigrati su cinque vittime non scalfiscono le zucche bergamasche pertinacemente leghiste.: «Se muore un bianco, uno dei nostri, un po' ci si agita. Se muore un extracomunitario, spiace e basta».
Mirco Rota, neosegretario generale della Fiom , annuncia per settembre una campagna sulla sicurezza. Obiettivo: allargare la contrattazione aziendale sulla sicurezza a tutti gli ambiti dell'impresa, «comprese le funzioni affidate a terzi», vale a dire esternalizzate.