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LETTERA APERTA AL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA DI MILANO
15 giugno 2006

SIG. FILIPPO PENATI.

Gentile Presidente,
siamo i genitori delle ragazze e ragazzi in carcere per i fatti dell'11 marzo a Milano.

Leggendo alcuni quotidiani apprendiamo che per Lei è "stato un errore" concedere una sala della sede istituzionale agli "autonomi"o "prodi autonomi" o "no global".

La sala è stata chiesta da normali cittadini e cittadine stanchi di essere strumentalizzati da alcune parti politiche come se fossimo perennemente in un clima da campagna elettorale.
Siamo cittadine e cittadini che credono nelle istituzioni e pensiamo che queste siano luoghi al servizio dei cittadini per difenderne i diritti.

Abbiamo usato una sala dell'istituzione provinciale per denunciare che ci sono 25 ragazze e ragazzi in carcere da oltre 90 giorni senza nessuna prova concreta della loro partecipazione ad atti violenti.

Abbiamo usato una sala della Provincia per ribadire il diritto alla libertà delle persone fino a quando non vengano dimostrate le loro personali ed individuali responsabilità, diritti sanciti dall'art. 11 della Dichiarazione Universale dei Diritti e ribaditi dall'art.108 della Costituzione Europea.

Abbiamo usato una sala della Provincia perché pensiamo che uno dei compiti di ogni Istituzione è di assumere in pieno la difesa dei diritti di tutte le persone, senza nessuna discriminazione di tipo politico, religioso e di razza.

Ci sembra che con la sua affermazione Lei non abbia difeso questi diritti e questo ci fa sentire ancora una volta strumentalizzati, amareggiati e un poco più soli.

Ci auguriamo che il suo atteggiamento sia stato prevalentemente determinato dalla non conoscenza del contenuto della conferenza stampa e vogliamo credere che in futuro vorrà accomunarsi a noi in difesa dei diritti negati.
La invitiamo pertanto ad incontrarci, ascoltarci e giudicare, infine, i fatti con serenità ed equità.

Milano, 15 giugno 2006


Note: