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Siamo sempre soli e sempre discriminati.
Angelo Garro e Anna Cremona
8 maggio 2006

Abbiamo inviato questa lettera che esprime senza veli e soprattutto senza nessuna ipocrisia il pensiero di due genitori a cui lo Stato ha scippato il proprio unico figlio uccidendolo, e dopo di ché oltraggiandolo dopo morto, ma che oggi già come in altre luttuose occasioni ha avuto modo di prendere atto di che razza di paese è il nostro.

Non solo mafioso, non solo massone, non solo ipocrita, ma anche è soprattutto vile.

Abbiamo inviato come dura forma di protesta verso tanta iniquità i nostri pensieri su una vicenda che in prima persona abbiamo vissuto ed ancora oggi viviamo, senza trovare attorno a noi un solo dei cosiddetti "giornalisti" capaci e coraggiosi, ma soprattutto onesti tanto da chiedersi e/o chiederci perché tanta brutalità? Anche se la nostra non è brutalità, ma solo sincerità. Forse è solo parte della nostra cultura occuparsi di ciò che avviene dentro, sotto e fuori dai campi di calcio tanto da riempirne pagine di giornali, e palinsesti televisivi, occuparsi di crimini tipo Cogne, o semplicemente il "Grande Fratello" "L´isola dei famosi" ecc. vicende che creano nuove muse e nuove dive. Vicende che calamitano l´attenzione del grande pubblico, dopo aver calamitato l´attenzione della stampa più generica; grazie alla penna disinvolta e smaliziata di giornalisti senza nulla al posto del cuore.

Oggi abbiamo visto lacrime. Tante lacrime. Lacrime che non ci hanno commosso perché circondate da tanta ipocrisia da fare ribrezzo.

Eppure anche i nostri figli erano FEDELI SERVITORI DELLO STATO, morti in servizio drammaticamente, ma senza onori, senza medaglie e senza cerimonie.

Che grande ipocrisia e che grande discriminazione: Soldati di serie A e soldati di serie Z

Eppure sono oltre 10.600 i morti negli ultimi 20 anni, e siamo in tempo di pace (almeno così si dice)

Potremmo scrivere molto altro, ma siamo consapevoli che sarebbe inutile.

***

.........chi ha messo la bomba?

E´ il 5 maggio 2006, e sulla strada di Kandahar, a sud di Kabul in Afganistan, vi sono i luoghi in cui si è provocata la morte dei due alpini: il Ten. Manuel Fiorito, 27 anni, di Verona e M.llo Luca Polsinelli, 29 anni, di Orbetello, nonché il ferimento di altri 4 alpini del 9° Regg. dell´Aquila.

La domanda che oggi da più parti ci si pone è: chi ha messo la bomba su quel percorso? La risposta più ovvia è: sicuramente i nemici della pace, della democrazia, della civiltà.

Sono morti due alpini; e l´Italia intera si dispera.

Anche otto anni or sono era il 9 giugno 1998 in Italia, a Gemona del Friuli in provincia di Udine, ci chiediamo (noi genitori) ancora oggi: chi ha messo la bomba che ha ucciso i quattro alpini della Julia della caserma M. Feruglio di Venzone sulla Statale 13 detta Pontebbana? MISTERO!

Ed ecco che nonostante la grande commozione che ancora una volta ci attanaglia la gola assistere alla grande ipocrisia dei vertici Istituzionali: per i due alpini caduti in Afaganistan, così come tre giorni prima per i tre militi caduti a Nassiryia in Iraq (a cui si aggiunge oggi 8 maggio un quarto rimasto gravemente ferito solo otto giorni or sono), grandi cerimonie (che sono sicuramente dovute), grande apparato e grandi interrogativi (che forse resteranno senza risposte) alla presenza di tutto l´apparato statale e istituzionale: il Capo dello Stato Ciampi e Signora, il Presidente del Consiglio ad interim Berlusconi, i neo Presidenti di Camera Bertinotti e Senato Marini, parenti, amici, conoscenti, e illustri sconosciuti a riempire la chiesa e la piazza, folla che con "grande commozione" partecipa al lutto nazionale, ma......!

Ma per i 4 alpini del 9 giugno 98 la più completa indifferenza. Niente funerali militari in chiesa, niente autorità militari o civili o politiche, niente genitori, niente camera ardente o veglia funebre, niente ricomposizione cristiana e civile, sepolti frettolosamente e segretamente nudi sporchi e scomposti; (così come nostro figlio Roberto venne ritrovato tre anni dopo alla riesumazione forzata), niente trasporto ai luoghi d´origine con dignità. Niente di tutto ciò che la nostra cultura, la nostra religione o il nostro comune senso di civiltà, di decoro e di giustizia ci impongono verso chi muore.

Nemmeno i nostri numerosi appelli (19+1) al Capo dello Stato (allo stesso Capo dello Stato che oggi corre incontro alle bare mettendogli sopra quelle mani), ai 2 Presidenti del Consiglio (nella XIII e XIV legislatura: ben 18) a 2 Ministri della Giustizia, a 2 Ministri della Difesa ecc... ecc... hanno sortito mai alcuna risposta. E nemmeno le nostre 6 denunce alla Magistratura, nei quali i magistrati non ha mai nemmeno aperto un fascicolo o aperto un´indagine sulla morte di questi quattro militari in servizio di leva, ma solo una lunga serie di archiviazioni (forse dovute a "poteri superiori"?), di menzogne, di decretazioni, di intimidazioni, che ci hanno lasciato nel più assoluto mistero per quanto riguarda la causa di queste morti, sconcerto per l´assoluta mancanza di indagini e offesi per la disinvoltura delle procedure funerarie, compresa la turbativa d´asta seguita dell´assegnazione per il trasporto (con truffa) delle salme ai luoghi d´origine. Tutto ciò, a seguito della morte del nostro unico figlio.

Tutto ciò che sappiamo: che vi fu uno scoppio e conseguente disintegrazione dell´auto su cui i quattro militi viaggiavano, ma chi mise la bomba nell´auto? E perché? SILENZIO!

Per Essi: niente medaglie, niente onori, niente rispetto. Per Essi solo offese e oltraggi.

Ed a tutto ciò oggi assistiamo in quanto tutto si ripete in maniera identica, ma con una sostanziale differenza: l´Italia sicuramente vuole e deve farsi perdonare la partecipazione ad una guerra colonizzatrice e di occupazione che la maggior parte del popolo italiano ripudia decisamente e fortemente.

Angelo Garro e Anna Cremona