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un camper contro l'indifferenza di stato
Angelo Garro e Anna Cremona
13 luglio 2007

"Art. 1 della Costituzione Italiana:
- L'Italia è una Repubblica "Democratica" basata...... sull'ipocrisia e sull'indifferenza verso i più deboli."

Sono bastati pochi giorni per raccogliere il peggio di una relazione che nelle intenzioni doveva essere una speranza per quei familiari e genitori, che come noi abbandonati dallo Stato dopo essere da questo, stati scippati dei propri figli, così come il nostro, caduto in tempo di pace, perdendo tutti noi ogni speranza e ogni illusione di un futuro sereno e laborioso.
Fin dal primo giorno, partiti da Milano alla volta di Livorno dove una prenotazione già fatta da tempo su una nave diretta a Trapani: la Italtrag con sede a Napoli, scoprimmo con grande rabbia che quella linea e nave era stata soppressa improvvisamente, ma senza preoccuparsi di avvertirci.
Marcia indietro e di corsa a Genova sulla costosissima M/N " La Superba" Navi Veloci della Grimaldi riusciamo a rimediare il "passaggio" a Trapani via Palermo; dove lo scontro è immediato con quella che normalmente e con noncuranza viene definita la mala-sanità. Mala-sanità che si aggiunge gravemente alla mala-giustizia.

A Trapani siamo ospiti dei sig.ri Adragna i quali sono genitori del defunto marinaio Rino deceduto il 15 agosto 2005, in quanto imbarcato di leva sulla nave della Marina Militare da guerra "Perseo" dove certamente contrasse la malattia a causa di esercitazioni in mare aperto con proiettili all'uranio impoverito, nonché sottoposto a emissioni elettromagnetiche durante le guardie al radar che comportarono ben cinque ricoveri presso vari ospedali militari fra cui: Marispedal di Taranto, Maridist di Messina e Mariferm di Augusta.
Settanta giorni dopo il congedo inizia la Sua dolorosa odissea da un ospedale all'altro nel più completo abbandono dello Stato e tutto supportato solo dalla Sua modestissima famiglia per le cure ormai diagnosticate del Linfoma non Hodgkin, primo fra tutti il ricovero presso l'Ospedale di Bergamo dove viene sottoposto ad intervento chirurgico con asportazione del testicolo dx, ed in seguito, a nulla valse la protesta del padre che per attirare l'attenzione delle autorità sul caso di Rino si incatenò vanamente per sei giorni e sei notti davanti al Comune di Trapani.

L'odissea di Rino non si ferma qui; in quanto una sera del 18/01/2003 ormai gravemente ammalato, fermato con la sua auto ad un controllo di polizia e multato in maniera eccessiva, a seguito di alcune sue rimostranze si accende un'alterco, in quanto dichiarandosi invalido civile al 100% non era in grado di far fronte alla spesa.
Non avendo riscontrato alcuna sensibilità da parte dei componenti della pattuglia, la quale credendosi presa in giro da parte di Rino, chiedono l'intervento di altre pattuglie. Qui la discussione degenerò fino al punto che i poliziotti lo schiaffeggiarono ed eccederono in calci e ginocchiate alle parti basse ammanettandolo.
Solo l'arrivo della madre E. chiamata precedentemente gli evitò l'arresto, ma non le cure al Pronto Soccorso di Trapani al quale seguì la relativa denuncia verso tutti i componenti delle quattro pattuglie:
Ispettore I. G.
" B. S.
" T. V.
Assistente L. S.
Agenti C. M.
" G. M.
Tutti appartenenti alla Polizia di Stato in servizio presso la Squadra Mobile di Trapani.
Non sappiamo se a seguito o a causa del pestaggio il decorso della malattia modificò e la situazione di Rino peggiorò. Diagnosi di Trapani: recidiva di linfoma non hodgkin a larghe cellule b, multiple localizzazioni cerebrali come confermavano in seguito gli Ospedali Riuniti di Bergamo il 23.01.2005.
Neanche l'appello al Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi è servito a salvare la vita all'ex marinaio Rino, e non solo.......!
Nessun provvedimento disciplinare preso nei confronti dei componenti della pattuglia di Poliziotti violenti e dei taciturni testimoni e complici è mai stato notificato alla famiglia e mai scuse furono presentate dagli aggressori.
La famiglia Giuseppe Adragna e E. C. risiedono in Via Martiri di Nassiryia, 1 - 91100 Trapani
Tel/fax 0923.553502 cell. 339.1075503
Purtroppo il caso di Rino come il caso di Aldrovandi e di Carlo Giuliani è l'ennesima dimostrazione che anche fra gli agenti vi sono dei violenti, ma il peggio è che riescono anche a farla franca.

I familiari del marinaio Crispino Adragna detto Rino deceduto a causa di tumore riscontrato a seguito di emissioni elettromagnetiche ed esploso in tutta la sua virulenza dopo essersi congedato, al nostro arrivo a Trapani, sono entrambi ricoverati in ospedale. Il papà Giuseppe colpito da T.I.A. a seguito di sindrome epilettica, viene dimesso velocemente in quanto necessita il suo letto. La madre E. C. colpita da colecistopatia acuta che la rende fortemente itterica, giace dal 13 giugno e per 10 giorni nullafacente presso l'Ospedale Sant'Antonio Abate di Trapani in attesa che qualcuno si decida a prendere una decisione responsabile sul suo caso.
Decisione che non arriva cosicché dopo 10 giorni di ozio doloroso, senza alcuna terapia e sempre in attesa di una T.A.C. che non arriva, la costringono il 22 giugno ad una dimissione volontaria e grazie ad un medico di buon cuore che si adopera per un ricovero urgente, si trasferisce presso il Policlinico di Palermo dove viene ricoverata il giorno dopo 23 luglio presso il Reparto di Chirurgia d'Urgenza 2° piano; 100 km da casa.
Qui arrivati, forti della nostra passata attività di infermieri ormai in pensione, in un colloquio con il medico responsabile del reparto dr. M. F., veniamo rassicurati con una serie di risposte che a prima impressione sembrano soddisfacenti ........., ma appena voltate le spalle ricomincia la lunga attesa e l'incognita di operare si e operare no!? Fino al colpo di scena del giorno 4 luglio (dopo 11 giorni di forzato digiuno) e alla vigilia dell'intervento di calcolosi biliare che sarebbe dovuto avvenire il mattino seguente giovedì 5 con il più vile dei ricatti: ho firma per il sangue per una "eventuale trasfusione" o non la opero e la dimetto.
Viene dimessa il giorno seguente 6 luglio, rifiutandoGli la consegna della copia della cartella adducendo generiche scuse burocratiche.
Sabato 7 luglio alle ore 08.00 la signora E. C. parte in aereo alla volta dell' Ospedale Gavazzeni di Bergamo dove immediatamente ricoverata data l'urgenza, nelle stessa giornata vengono eseguiti vari esami di routine.

La Sig.ra E. C., Testimone di Geova, chiede che nel rispetto della'art. 19 della Costituzione Italiana, si riconosca il suo diritto a non essere trasfusa secondo i dettami della sua fede religiosa, come riconosciuto dalla Costituzione stessa; ed a tutto ciò il Prof. F. aveva promesso di ottemperare negli 11 giorni di permanenza presso l'Ospedale Policlinico di Palermo della Sig.ra C.
Cosa è successo improvvisamente da far recedere il medico F. dall'ottemperare a quel giuramento di Ippocrate che comanda di salvare la vita ad un essere umano al di là della fede religiosa o del credo politico tanto da rifiutarsi di operare dimettendola?
Mala-sanità e mala-giustizia un binomio sempre più spesso in simbiosi e sempre più comune nel nostro paese ed a cui si aggrega benissimo una buona dose di insensibilità e di indifferenza che sono i peggiori nemici del popolino.

Il viaggio prosegue alla volta di Siracusa dove un'altro militare reduce dalle già citate "missioni di pace" affetto da leucemia è in attesa di sapere, dimenticato dallo Stato, quale sarà il suo futuro.

Incontriamo Gianluca Anniballi domenica 8 luglio sulla strada per Melilli di Siracusa; è un incontro breve, formale, quasi ci conoscessimo da sempre. Un bel ragazzo di 29 anni (l'età di nostro figlio caduto in servizio militare di leva se sarebbe vivo) dal viso aperto e sorridente nonostante i suoi guai. E' quasi sereno perché sa di aver fatto il suo dovere; è andato in missione di pace, laddove qualcuno ha seminato la guerra; dove qualcuno ha seminato tonnellate di bombe con testate all'uranio impoverito.
Oggi Gianluca è ammalato e gli è stata riconosciuta una invalidità permanente,.......ma non sufficiente ad ottenere una minima pensione, ed a causa di questa invalidità non può lavorare; non perché non può, ma perché non deve lavorare: lo stabilisce la legge, quindi muore di fame perché nessuno lo assume: è vietato.
Gli abbiamo portato un computer, omaggio di ARCOIRIS in modo che possa comunicare via e-mail tutta la sua delusione per una Patria ingrata e insensibile.

Gli abbiamo offerto la possibilità di far parte della delegazione di genitori di militari caduti in servizio in tempo di pace che il 25 luglio prossimo sarà ricevuta dal Presidente della Camera dei Deputati on. Bertinotti, ma Egli a malincuore ha dovuto declinare l'invito, un viaggio che se per noi è costoso, per Lui è davvero impossibile, ma ci ha pregato di far pervenire al Presidente una Sua missiva nelle Sue proprie mani; cosa che faremo prontamente.
x il Co.Ge.Mil. Comitato Genitori di Militari caduti in tempo di pace
Angelo Garro e Anna Cremona