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L'Indifferenza
Angelo Garro e Anna Cremona
8 febbraio 2007


Diceva Gramsci nel 1917:


"Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L'indifferenza è abulia, è vigliaccheria, non è vita.

Perciò odio gli indifferenti.

L'indifferenza è il peso morto della storia. L'indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. È la fatalità; è ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che strozza l'intelligenza. Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, avviene perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia promulgare le leggi che solo la rivolta potrà abrogare, lascia salire al potere uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare.

Tra l'assenteismo e l'indifferenza poche mani, non sorvegliate da alcun controllo, tessono la tela della vita collettiva; e la massa ignora, perché non se ne preoccupa: e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia altro che un enorme fenomeno naturale, un'eruzione, un terremoto del quale rimangono vittime tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch'io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo? Odio gli indifferenti anche per questo: perché mi dà fastidio il loro piagnisteo da eterni innocenti. Chiedo conto ad ognuno di loro del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto. E sento di poter essere inesorabile, di non dover sprecare la mia pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime.

Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l'attività della città futura che la mia parte sta co-struendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c'è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti".


Odio gli indifferenti che in questi giorni di lutto e di follia dove un "Fedele Servitore dello Stato" muore in servizio fuori da uno stadio, fra inutili e sterili battibecchi sul: calcio si o calcio no, come se il calcio e solo il calcio fosse la sola e autentica risorsa e ricchezza del nostro paese; dove un giudice donna in cerca di propri spazi e di fama, cita in giudizio colui che sparò ad un altro Fedele Servitore nell'esercizio delle Sue funzioni, consapevole che i nostri "alleati" non estraderanno mai il colpevole, e se pur condannato in contumacia, egli con molta probabilità al suo paese verrà encomiato per aver assolto al suo compito con precisione capillare "avendo obbedito ad un preciso ordine dettato dalle regole d'ingaggio", così come già avvenne per i quattro piloti coinvolti nella strage del Cermis.

Noto l'indifferenza di questi nostri alleati capaci di coinvolgere il nostro Paese ed il nostro esercito nelle loro "missioni" in Afganistan, in Iraq, in Libano ed in ogni dove abbiano voluto coinvolgerci essendo essi i famosi "liberatori" che a distanza di 60 anni ancora occupano il nostro Paese con basi militari su cui non avremo forse per altri 40 anni alcuna sovranità (come da accordi bilaterali firmati nel primo dopoguerra e su cui vige il Segreto di Stato) nemmeno per contare le innumerevoli testate nucleari (ne risultano almeno 90) solo nel nord Italia.

Oggi, senti senti, anche l'unabomber potrebbe essere di matrice americana proveniente da quel di Aviano; sospetto (fra i tanti) da noi sempre avanzato sulla prematura e tragica scomparsa di nostro figlio caduto misteriosamente durante il servizio militare di leva obbligatoria in Friuli insieme ad altri tre commilitoni a seguito di "scoppio" dell'auto su cui essi viaggiavano, ma che incredibilmente e fino ad oggi, inspiegabilmente, l'indifferenza e dello Stato e di un magistrato assegnato a questa "mancata inchiesta" non abbia mai voluto incontrarci e ascoltare le nostre ragioni, e tanto meno abbia mai aperto un'inchiesta sulla morte violenta di quattro militari di leva, ma limitandosi ostinatamente e sistematicamente ad archiviare ogni nostra denuncia per la ricerca della verità e della giustizia.

Adesso che viene finalmente avanzata l'ipotesi della pista militar-americana dell'unabomber, ci rendiamo conto che il puzzle sull'indifferenza si ricompone da solo, e che i nostri sospetti (che nessuno ha voluto ascoltare) ma che sono da sempre denunciati nel sito internet http://www.alpinorobertogarro.it in: la storia, pag. 8 l'Italia dei misteri, paragr. 6°, non erano del tutto fantasiosi, e spiegano senza più dubbi del perché di otto anni di insabbiamenti e di indifferenza.

Odio gli indifferenti verso il nostro dolore!

Angelo Garro e Anna Cremona