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"G8, le lacune nell'inchiesta sui black-bloc"
Emanuele Tambuscio (avvocato di alcuni imputati al processo per devastazione)
Fonte: Repubblica Genova
16 luglio 2012

SORPRENDE leggere che la procura consideri il processo per devastazione un successo: basta leggere le motivazioni della sentenza del Tribunale confermate dalla Corte di appello per accorgersi che per 15 dei 25 originari imputati l'impianto dell'accusa è crollato. Fin qui niente di male, è la possibile dinamica di ogni processo, ma il tribunale non si è limitato ad assolverli dalla devastazione e saccheggio: ha concesso a tutti la scriminante di aver reagito agli atti arbitrari del pubblico ufficiale, cioè alle cariche dei carabinieri che il venerdi 20 hanno trasformato il corteo autorizzato delle tute bianche in un inferno, cariche definite dal tribunale illegittime sotto ogni profilo arrivando a scrivere che in quel contesto l'ordine pubblico era stato messo in crisi dai carabinieri. La procura dovrebbe chiedersi come mai non ha proceduto fin dall'inizio contro i responsabili di quelle cariche che era molto facile identificare e ha invece scelto come bersaglio quei 15 manifestanti: ricordo molto bene che quando portammo in tribunale le foto dei carabinieri che caricavano armati di spranghe, proprio quei procuratori si opposero alla produzione delle fotografie (poi naturalmente acquisite dal tribunale) e ricordo altrettanto bene che quattro dei principali testi della procura sono stati denunciati dal tribunale per falsa testimonianza ma quella stessa procura ha lasciato cadere in prescrizione l'accusa. Sarebbe meglio oggi riflettere sul fatto che nessuno delle decine di episodi di violenza ingiustificata a carico di manifestanti e giornalisti avvenuti nelle strade di Genova e ritratti da filmati è stato perseguito e sono rimasti tutti impuniti come pure è stato dimenticato il divieto di ingresso a Bolzaneto per gli avvocati.