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Oltre 25 mila firmano l'appello sul G8
Checchino Antonini
9 luglio 2012

Era solo un fotomontaggio per bucare su Facebook l'immagine di Totti con un cartello tra le mani in solidarietà coi dieci manifestanti condannati per le mobilitazioni del 2001. Ma le venticinquemila firme in calce all'appello del comitato 10X100 sono assolutamente autentiche così come le foto di molti altri nomi e penne note che davvero si sono lasciate immortalare con quel cartello: "Genova non è finita. Dieci, nessuno, trecentomila".

Si tratta, tra gli altri, di Erri De Luca, Ascanio Celestini, Mario Tronti, Daniele Vicari, Margherita Hack, Patrizio Gonnella e Antigone, Caparezza, Luigi Manconi, Valerio Mastandrea, Elio Germano, Giorgio Tirabassi, Moni Ovadia, Paolo Beni, Wu Ming, Don Gallo, Lea Melandri, Subsonica, Wilma Labate, Curzio Maltese, Paolo Fresu, Antonello Salis, Fausto Paravidino, Orchestra di Piazza Vittorio, Mario Tozzi, Loredana Lipperini, 99 Posse.

Il mondo della cultura e della società civile ha chiesto a gran voce che venga annullata il prossimo 13 luglio in Cassazione la sentenza che ha condannato 10 persone a pagare con 100 anni di carcere tutta la mobilitazione della società civile del G8 di Genova, affermando che le persone sono più importanti delle cose. Il reato contestato "devastazione e saccheggio" è un detrito giuridico, figlio del codice penale fascista, il cosiddetto Codice Rocco. Un reato pensato contro i vandali che si aggiravano tra le macerie delle città terremotate o bombardate e traslato per colpire le forme del conflitto sociale sul fronte interno della guerra globale.

Così dieci uomini e donne, che sembrano pescati nel mucchio tra i trecentomila dell'altromondo possibile, rischiano di pagare con un secolo di galera complessivo la straordinaria mobilitazione che tutta la società civile di allora mise in campo. All'indomani della sentenza sulle violenze inaudite all'interno della scuola Diaz, che ha decapitato la linea di comando della polizia di stato, si potrebbe verificare il paradosso che, per una vetrina rotta (di questo si tratta nel peggiore dei casi, o una bottiglia presa in un supermercato o una vespa presa per spostarsi dall'altra parte della città) si possano scontare da 8 a 15 anni di prigione, mentre per il massacro e l'arresto illegittimo di 92 persone inermi e innocenti non si sconta neppure un quarto d'ora di pena. La montagna di firme (www.10x100.it) verrà consegnata in Cassazione venerdì 13 alle 10 e 30.


Note: