Rete Invibili - Logo
«Luoghi resistenti», viaggio in un'Italia che si ribella
In una mostra itinerante, ora allo stadio di Genova, le lotte contro discariche, basi militari, fabbriche inquinanti e la difesa dell'acqua pubblica e delle politiche bio-energetiche
Alessandra Fava
Fonte: Il Manifesto (http://www.ilmanifesto.it)
22 luglio 2007

Dalla mostra itinerante Luoghi resistenti ti guardano molte facce. Qualcuna conosciuta attraverso i media, la maggior parte anonima. Visi non catalogabili al primo impatto. E questo è un bene. Perché Luoghi resistenti, a cura di Progetto comunicazione e Socialpress con la collaborazione di fotografi, giornalisti e grafici freelance, racconta in 24 pannelli i comitati nati per difendere qualcosa dal nord al sud d'Italia, dalla NoTav al NodalMolin, per citare i più conosciuti, o San Pietro di Rosà che combatte contro una zincheria in provincia di Vicenza.
Sono lotte contro discariche, basi militari, fabbriche ad alto tasso d'inquinamento, politiche energetiche tutte da discutere, difesa dell'acqua pubblica. Con la convinzione che dalla sindrome Nimby (non nel mio giardino) questi Comitati, unendo le loro lotte, stiano passando a far politica, nel totale disinteresse se non collusione (con la fabbrica, la base, la discarica etc), delle amministrazioni locali e nazionali.
Luoghi resistenti esce allo scoperto per la prima volta allo stadio Carlini di Genova per le giornate in ricordo del G8 del 2001, ma è «una mostra itinerante che da qui vuole partire perché è stata realizzata per far discutere la gente - spiega Federico Mininni, art director e deus ex machina del lavoro -. È un giornale morale, un tazebao che chiunque può aggiornare nelle prossime edizioni».
La mostra inizia provocatoriamente con un Dilettevole giuoco dell'oca resistente disegnato da Michele Tranquillini dove ci si avventura tra quintalate di amianto, fabbriche d'armi, business dei rifiuti, centrali nucleari che costringono a fermarti un giro, proprio come gli sgambetti continui subiti dagli abitanti di Marghera, Tarquinia, Melfi o Messina, o addirittura ti fanno arretrare di 28 caselle se arriva la carica della polizia.
Si migliora la situazione solo con la Raccolta firme, la Resistenza oppure col Patto di mutuo soccorso, quello nato nel luglio scorso alla carovana NoTav da Venaus a Roma.
Oca a parte (apprezzata la pedina «No patè»), la mostra-laboratorio racconta in maniera sintetica le tante motivazioni di un comitato, soffermandosi sui desideri della gente, sulla nascita delle loro battaglie e sui loro percorsi futuri, grazie anche alle immagini di tanti fotografi: da Elio Colavolpe a Massimo Di Nonno, da Samuele Pellecchia a Luciano Ferrara, Luana Monte, Alexey Pivovarov e molti altri.
C'è Vicenza con i punti interrogativi sul misterioso incidente avvenuto nella base militare sotterranea Pluto nelle Grotte di Longare, attiva dal '54 al '92, dove proprio prima della chiusura ci fu quasi certamente una fuoriuscita di materiale radioattivo, ma soprattutto, ci sono le domande legate al domani, tipo lo stoccaggio di armi e materiale radioattivo a Longare o Tormeno senza alcun controllo da parte del governo italiano.
Ci sono i movimenti contro le basi americane tout court (113 solo Usa) che rispolverano le lotte storiche dei pacifisti, come quelli di Cameri (Novara) che manifestano contro l'assemblaggio dei supercaccia F35. E nell'annovero dei Luoghi resistenti figurano anche Messina col NoPonte, Venezia col NoMose, la Val di Noto col NoTriv (contro la trivellazione per il petrolio) ed anche storie meno conosciute, come le battaglie di San Pietro di Rosà per evitare la zincheria Valbrenta, tra denunce per diffamazione e botte al presidente finito in coma per un mese.
Senza dimenticare i grandi disastri ambientali causati dalla grande industria, dall'Eternit a Casale Monferrato al cromo esavalente dell'Acna di Cengio, per passare di recente, in Meridione, alle discariche e alla gestione dei rifiuti a cura delle ecomafie.
Ai dubbiosi basteranno alcune botte e risposte (per la NoTav, in Luoghi comuni leggi «Le linee ferroviarie sono sature»; replica: «l'attuale Torino-Modane è usata solo al 38 per cento»). E per altre delucidazioni sono da leggere con cura le interviste e la documentazione che i Comitati sono riusciti a raccogliere, spesso con vere e proprie controinchieste, non così scontate dato che alcuni argomenti sono coperti da segreto militare.
«Il tazebao», come lo definisce Mininni, vuole diventare col tempo una mappatura politica dei comitati. Intanto sarà al campeggio NoTav a Venaus, poi a Falconara e al NodalMolin a Vicenza dall'8 al 15 settembre. Ha un prezzo simbolico. Tutti possono averlo (basta scrivere a luoghiresistenti@gmail.com). Allo stesso indirizzo si attendono correzioni, aggiunte, commenti e aggiornamenti.

Note:

Progetto comunicazione
Un gruppo editoriale che punta sulla contro-informazione

Progetto comunicazione è un gruppo di lavoro editoriale che si è formato nel 2002 intorno a «Genova, il Libro Bianco» che raccolse materiale legato al controvertice del 2001. In contemporanea col «Libro Bianco» è nata una mostra che è stata al Forum Panamazzonico di Belém e a quello Mondiale di Porto Alegre e poi Genova, Firenze, Milano, Ginevra e Bologna. Nel 2002, ha realizzato «War in Progress» con foto di reporter italiani su Afghanistan, Bosnia, Somalia, Sudan, Kosovo, Iraq e Palestina. Nel 2003 ha pubblicato il volume «Fronti di guerra». Fra le altre iniziative, «Non Archiviabile» (Palazzo Ducale, Genova), «La Menzogna» e «Ri-costituente».