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Luca Casarini
«L'eredità del G8? A Serre»
Stefano Milani
Fonte: Il Manifesto (http://www.ilmanifesto.it)
20 luglio 2007


Luca Casarini al G8 di Genova era il portavoce delle Tute bianche, oggi rimane disobbediente. Del nord-est.
Partiamo dalla fine. Sono dovuti passare sei anni, ascoltate centinaia di testimonianze, viste ore e ore di video e alla fine sembra si cominci a far luce sui quel che è accaduto realmente a Genova.
Finalmente la coltre di silenzio e di normalizzazione che è stata una costante per troppo tempo delle istituzioni si sta diradando. Grazie anche ai filmati e alle testimonianze ormai tutti concordano sul fatto che nel 2001 a Genova si sono violati i diritti fondamentali delle persone scese in piazza a manifestare contro il potere. L'opinione pubblica si sta facendo un'idea diversa da quella che gli hanno imposto per diverso tempo. Ma c'è da fare ancora molto. Parliamo ad esempio dello stato dei processi, dove si continuano ad avere due pesi e due misure. Da una parte i manifestanti che sono accusati di reati gravissimi, e non prescrivibili, dall'altra le forze dell'ordine a cui vengono imputati reati comunque gravi, ma che rischiano di finire in una bolla di sapone.
Tu non hai mai usato giri di parole riferendoti a polizia e carabinieri...Non posso fare altrimenti, hanno militarizzato Genova in quei giorni. I corpi militari dello Stato preposti all'ordine pubblico si sono sostituiti in strumenti di guerra. Lo dico perché gli stessi carabinieri del Tuscania che erano a Genova poi li troviamo impegnati in Kosovo e in Iraq. La polizia che diventa esercito e che ci difende da tutti: migranti, devianti, poveri.
E il clima di tensione che in molti ti hanno imputato di aver creato?Non credo che una dichiarazione («violeremo la zona rossa», ndr ) o una singola persona abbia il potere di creare un clima di tensione. Quel clima teso lo ha creato chi ha avuto l'idea di blindare un'intera città, chi ha torturato centinaia di persone, chi ha portato le molotov alla Diaz.
Parliamo invece della «Generazione Genova»...
Una generazione viva ed entusiasmante, che ha cambiato il modo di vedere il mondo. Per quanto mi riguarda è stata un'esperienza altamente formativa, nonostante mi sia sporcato le mani per bene. Tutti noi siamo cambiati a Genova, ci siamo fatti cambiare da Genova nel senso che dal minuto dopo via Tolemaide non potevamo più ragionare di politica senza fare i conti con quello che stava accadendo. Ci siamo fatti attraversare da Genova, anche con molte contraddizioni. La cosa che mi suona strano è che persone che a quel tempo erano a fianco a me a manifestare e a prendersi le manganellate ora sono dentro un governo che ha promosso De Gennaro.
In molti sono dell'idea che la forza propulsiva di quel movimento nato a Genova sia un po' scemata. E' davvero così?Secondo me, dopo Genova ci fu un momento di stallo e il Social forum europeo di Firenze l'anno dopo ne fu la dimostrazione. Fortunatamente però fu un episodio del tutto isolato, perché da quel momento ci siamo rimessi subito in cammino e da lì siamo ripartiti proprio con il modello Genova in testa, come punto di riferimento. Oggi il mondo ribolle di conflitti sociali, c'è Vicenza, la val di Susa, i cortei spontanei a Mirafiori, Serre. Forme diverse, anche differenti, ma tutti accomunati nella volontà di ribellarsi alle decisioni imposte dall'alto. Esattamente come nel 2001 con un'aggiunta, non secondaria, che questi movimenti nascono sotto un governo di centrosinistra. Ma questo non deve far differenza: se la base di Vicenza la fa Berlusconi è una schifezza, se la fa Prodi è una schifezza ugualmente.