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«Su Manganelli il Prc ha sbagliato. Danno al rapporto coi movimenti»
Elettra Deiana «Promossa una cultura che considera l'efficienza più importante del diritto. La commissione di inchiesta sul G8 ormai non ha più senso»
Sara Menafra
Fonte: Il Manifesto (http://www.ilmanifesto.it)
27 giugno 2007

«Non condivido la scelta fatta su De Gennaro e Manganelli, temo che sarà l'ennesimo vulnus nei rapporti tra Rifondazione e il mondo a cui apparteniamo». Elettra Deiana, vicepresidente della commissione Difesa alla camera, è tra le poche dirigenti del Prc che abbiano voglia di discutere delle decisioni prese lunedì pomeriggio dal ministro Amato e dal consiglio dei ministri. Ripete più volte che le polemiche non la interessano. Però il silenzio la convince ancora meno e finisce per dire quello che pensa.
Partiamo da un giudizio sul ticket De Gennaro, Manganelli confermato con le decisioni di lunedì.E' una soluzione che mi lascia insoddisfatta e non risponde assolutamente alla grande richiesta di giustizia posta da quanti parteciparono alle manifestazioni del 2001, non solo a Genova, e hanno subito sopraffazioni. Non la condivido. Si diceva che gli avvicendamenti sarebbero stati basati sul principio del «promoveatur ut amoveatur», ma non mi pare che De Gennaro abbia subito alcuna rimozione, dato l'incarico di ampio prestigio che gli è stato attribuito.
Perché non ritiene che l'arrivo di Antonio Manganelli a capo della Polizia sia di per se un giro di boa, un cambio di fase?Nella scelta di Manganelli si confonde la capacità di indagine e lotta ai piani criminali con le capacità di gestione dell'ordine pubblico e dei rapporti con i cittadini. Non è in discussione la qualità di questo poliziotto. Il problema è che viene confermata una filiera di comando protagonista di quella cultura dell'efficienza che prescinde dal rispetto delle regole e dei diritti. Chi, come me, era a Genova nel 2001 non può non ricordare la sensazione che avevamo di essere su un set separato dal mondo reale. Sembrava in effetti di essere rinchiusi in un gigantesco stadio. Manganelli in quei giorni era in ferie, si dice. Ma è interno a quelle logiche se non altro perché non ha mai preso le distanze, né ha posto domande su quel che accadde.
Rifondazione fa parte della maggioranza di governo. Non potete negare di essere stati consultati su queste scelte...Avrei preferito una maggiore dialettica politica. La decisione sull'avvicendamento al Viminale e sulla promozione di De Gennaro tocca un tasto dolente della politica degli ultimi anni. E' stata fatta una scelta tranquillizzante per il governo e per la destra. Ma per quanto ci riguarda è una scelta a latere, che non mette i piedi nel piatto della questione.
Adesso si farà la commissione di inchiesta parlamentare sui fatti del G8, almeno così pare. Non vi basta?Quel progetto ormai è del tutto svuotato di senso. L'idea di costruire una commissione di inchiesta sul G8 non nasceva dalla necessità di approfondire e conoscere meglio i fatti. Dal punto di vista giudiziario su quei giorni si sa tutto. L'obiettivo, semmai, era quello di ricostruire la filiera delle responsabilità politiche all'interno della polizia, capire quali meccanismi sono scattati e perché, indagare le manovre dietro le quinte, chi sapeva cosa e perché non ha parlato. La promozione di De Gennaro e Manganelli contiene già un giudizio politico su quel che accadde in quelle ore. A questo punto non c'è davvero più nulla da indagare o giudicare politicamente.
Sulla partecipazione alle manifestazioni del G8 e poi sul riconoscimento di quella storia Rifondazione si è battuta per anni, anche più di altri partiti della sinistra radicale. E ora?Questa scelta rischia di essere un altro vulnus nel rapporto con il nostro mondo. Genova è un pezzo della nostra storia, su cui abbiamo costruito un profilo di riconoscibilità politica. Diventerà un boomerang analogo alla manifestazione separata del 9 giugno contro Bush.