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Risposta a Imma Barbarossa
Haidi Gaggio Giuliani
Fonte: Il Manifesto (http://www.ilmanifesto.it)
28 giugno 2007

Cara Imma, ti ringrazio per la tua solidarietà affettuosa (Liberazione di ieri) ma, credimi, non mi basta. Quando, sei anni fa, mi sono alzata da quel marciapiede dove ero rimasta a fissare, quasi a presidiare, la piazza dove è stato ucciso Carlo; quando ho cominciato a viaggiare per portare il racconto delle giornate di Genova; quando mi sono costretta a diventare quello che non avrei mai voluto, una persona pubblica; quando ho accettato con grande fatica di percorrere la strada che mi ha portato in Senato; ebbene, perché, per chi credi che lo abbia fatto? Prima di tutto per le ragazze e i ragazzi come mio figlio, che hanno il diritto di sapere che quanto è scritto nella nostra Costituzione è davvero rispettato nel nostro paese, a cominciare dalle persone che ricoprono incarichi istituzionali; di essere certi di vivere in uno stato di diritto; di poter godere pienamente di quella democrazia, nata dalla resistenza, che i nonni e i bisnonni hanno regalato loro. E poi per le stesse istituzioni, che non sono più credibili nel momento in cui, scientemente, offendono i diritti legittimi, sanciti per legge, dei cittadini e delle cittadine. Tu mi dici che ormai è tutto chiaro: non è vero. Non per la maggioranza dell'opinione pubblica che crede ancora alla favola secondo cui la «devastazione» di Genova sarebbe stata provocata da frange estremiste di manifestanti violenti. Non lo è per le troppe vittime delle violenze che da sei anni aspettano di sapere da chi e perché sono state picchiate, incarcerate, umiliate, ferite. Non lo è per chi lavora onestamente, all'interno delle forze dell'ordine, e vuole il riconoscimento di una dignità professionale che i comportamenti dei colleghi e l'abitudine all'impunità hanno gravemente incrinato e messo in discussione. Di che altro abbiamo bisogno, mi chiedi. Di un po' di pulizia e di onestà. Su il manifesto di ieri anche Elettra Deiana sostiene che «la commissione di inchiesta sul G8 ormai non ha più senso», poiché la promozione di De Gennaro e Manganelli contiene già un giudizio politico su quel che accadde a Genova: «A questo punto non c'è più nulla da indagare o giudicare politicamente». Temo che sia la convinzione di parte della dirigenza di Rc, e temo che non sia maturata nelle ultime ore. Sono convinta, al contrario, che la nostra gente si aspetti ben altro che questo ennesimo armadio della vergogna.