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«L'abbiamo bastonato di brutto per mezz'ora, solo che adesso è mezzo morto»
e comunicazioni tra le volanti e la centrale la notte in cui Federico Aldrovandi fu ucciso "da" un controllo di polizia. Buchi e dubbi nelle carte dell'inchiesta sull'omicidio preterintenzionale che vede indagati quattro poliziotti
Checchino Antonini
Fonte: Liberazione (http://www.liberazione.it)
27 luglio 2006
Buchi e dubbi. A leggere le trascrizioni delle chiamate tra questura, 112, volanti e 118 non c'è traccia, ad esempio, dell'ordine dalla questura di convergere in Via Ippodromo. Solo frammenti, insomma, nelle comunicazioni agli atti dell'inchiesta ferrarese sull'omicidio preterintenzionale che vede iscritti al registro degli indagati quattro agenti di polizia.
«Sì, che è successo?», chiede la notte del 25 settembre, parlando con l'operatore del 113, una voce maschile dalla volante 3. «Rientra a dare una mano alla 4 per... per il tipo che sta rompendo un po' i coglioni». Era mica Federico Aldrovandi, che tornava a piedi a casa dopo una sabato sera a ballare a Bologna, il rompicoglioni? E' il dubbio di chi spulcia da mesi le carte cercando di bucare il muro di gomma.

Finora sono due le volanti note alle cronache: la 3 e la 2. Sulle trascrizioni manca l'ora ma tutto fa credere che si tratti di una chiamata precedente all'intervento in Via Ippodromo dove si sarebbe svolto il violentissimo e misterioso controllo di polizia che uccise l'Aldro. La domanda potrebbe essere: c'era già qualcuno, forse la stessa polizia al parchino dei bambini appena fuori dal recinto dell'ippodromo? L'interrogativo compare la memoria che Fabio Anselmo e gli altri legali della famiglia Aldrovandi presenteranno nelle prossime ore, se non già oggi.

I "buchi" nei tabulati. Spesso gli agenti usano il telefono per diversi motivi. Ad esempio per eludere i cronisti all'ascolto delle trasmissioni della polizia con ricevitori "clandestini". Ma questo non è il caso di quella notte. A quell'ora anche le redazioni dormono. Il cellulare, comunque, viene preferito alla radio anche per essere rintracciati quando non si sta in macchina. Oppure per evitare di essere registrati.

Che Federico potesse non essere solo lo pensavano anche i due cittadini che, uno dopo l'altro, si rivolsero al 112. «Eh, buongiorno. Scusi, senta io abito qui... Proprio davanti al parco c'è uno che sta andando in escandescenza. Sta urlando come un matto e sbatte dappertutto.... ma non ho capito se sono uno o due perché è nascosto dagli alberi». «Adesso mandiamo qualcuno a vedere», si sentirà rispondere la voce femminile. Erano le 5.47. «C'è un ragazzo in stato di semiubriachezza che ci continua a urlare», dice un altro cittadino poco dopo. «Ma io sento questa persona qua e presumo ci sia anche un'altra».

Dal 112 l'incombenza viene passata alla polizia per competenza di settore. Il carabiniere spiega al collega del 113 che «sicuramente sono in due perché questo qui parla però l'altro è coperto dagli alberi». Più tardi la richiesta di rinforzi ma ben due volanti, secondo quanto si deduce dalle conversazioni, dovevano già essere sul posto. «Ce ne sono già due lì che...». «Fanno casino?», chiedono dal 112 probabilmente riferendosi alle persone segnalate. «... Sono due lì che... non so...», risponde la questura indicando però le volanti.

Seguono altre telefonate convulse. «Zero? (è l'uomo al centralino del 112, ndr)». «Fai venire anche l'ambulanza qui?», domanda, dall'altro capo della radio, un militare dell'Arma. «Ma che è successo?». «Hanno fermato l'individuo, adesso l'individuo (Federico, ndr)... sta poco bene». Qualche momento prima la questura aveva già parlato con il 118. «Un'ambulanza in Via Ippodromo che c'ho due pattuglie della...». «Cosa c'è?». «Eh al momento non... riesco a saperti dire nulla...». «Perché, hai capito... sì, se no le chiamo anche un medico...», accennano dal pronto soccorso. «Eh, forse è meglio, manda anche il medico».

Da parte loro i carabinieri si scambiano commenti sul ragazzo, che non ha ancora un nome. «C'è un piffero (Aldro, ndr) lì che... che... che non sta neanche bene. Adesso non l'ho ancora capito com'è la storia», spiega alla sua centrale uno dei carabinieri giunti a cose fatte. «No, no, è il soggetto lì, che era lì che girava e probabilmente... mò sarà... sarà stato ubriaco, che ne so!». E, ancora: «Noi stiamo qua e c'era sto... sto pazzo scatenato, che si è avventato contro i colleghi della polizia e... non so come cazzo è successo eee... E' morto!». «E' morto?». «Eh, eh». «Boh!... Va boh!».

Non fosse per la faccenda del "controllo" di polizia sarebbe stato un normalissimo sabato notte per Ferrara. Tra le pieghe delle trascrizioni si legge che qualcuno aveva allertato i "nostri" per «tre stranieri che stanno armeggiando intorno a una macchina... Gente che parlano straniero...». La macchina risulterà dello straniero e saranno a posto anche i suoi documenti. Da un'altra parte della città sono stati sfondati i vetri di un negozio di telefonia ma senza portare via nulla. Più in là, un tipo si arrampicava su un balcone non suo ma scappava non appena se ne accorge un ragazzo che rientrava da una serata. E mentre una festa durava rumorosissima fino all'alba senza far dormire una famigliola, un altro ferrarese non trovava la macchina dove l'aveva parcheggiata. Pochi minuti e la troverà non lontano. Tra un'emergenza e l'altra c'è anche chi chiama per conoscere il luogo del raduno delle Lamborghini e uno straniero spaventato da qualcuno che l'aspetta sotto casa, si rifugia in un supermercato. E' ormai giorno e un controllore chiama per dire che vorrebbe fare la multa a un tizio trovato senza biglietto e che non ha neppure i documenti. A Pontelagoscuro c'è un semaforo in tilt.

«Ascolta dov'è sto qua che sbatte la testa contro un palo?», aveva detto un agente poco prima. Richiama la 3 sapendo di essere registrata: «Qui abbiamo a che fare con un pazzo di cento chili che ci è saltato addosso». «State bene?». «Mah, stiamo tutti da refertare.... siamo tutti sbucciati eh, Questo è un pazzo duro. Ci ha spaccato anche la macchina, una portiera, un vetro...». «Abbiamo avuto una lotta di mezz'ora con questo...». «Eh... Ouh! Va bene». «E' proprio matto. Cioè l'abbiamo bastonato di brutto perché... (il resto è incomprensibile e si sentono voci sovrapposte). «Adesso, solo che adesso è svenuto, non so, è mezzo morto. E' svenuto, non lo so io. Qualche cosa è...», dice ancora una voce maschile dalla volante 3 che parla con la questura. Pause. «Eh, oh, sto tirando un po' il fiato perché sai dopo una mezz'ora così...».

«Sì, l'ambulanza l'ho già chiamata - dice la questura quasi raccomandandosi - ascolta: lui è svenuto eh, va bene?». «Sì, sì, sì». Infine, un altro operatore del 113 parla a un agente che era in Via Ippodromo: «Questo è morto... Eh, chiama un funzionario e chiedigli se può venire». «Ascolta mi puoi dire perché?».

L'agente spiega a bassa voce risultando incomprensibile. Il verbale si conclude cosi: "Si sente uno dei due interlocutori respirare ansiosamente vicino alla cornetta. Riaggancia".