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BULGARELLI (VERDI), "FARE FINALMENTE LUCE SULLA MORTE DI FEDERICO".
Sen. Mauro Bulgarelli
Fonte: COMUNICATO STAMPA
30 maggio 2007

"Nell'inchiesta sulla morte di Federico Aldrovandi continuano ad emergere fatti inquietanti, come omissioni, incongruenze e, ora, anche la falsificazione di carte e verbali". Così il senatore di "Insieme con l'Unione" Mauro Bulgarelli in riferimento alla notizia che dalle carte del fascicolo dell'inchiesta emergerebbero falsificazioni che minerebbero la credibilità dell'indagine iniziale. "Orari e numeri telefonici -prosegue Bulgarelli- sarebbero stati falsificati dall'agente che era in servizio quella notte al centro operativo e si scopre ora che reperti del sangue ritrovato sull'asfalto durante il sopralluogo giacciono da un anno e mezzo nel congelatore della polizia scientifica di Ferrara. Sono tutti elementi -secondo il senatore verde- che inducono a pensare che sulla morte di Federico sia stata messa in atto una strategia di depistaggio, probabilmente con l'intento di coprire le responsabilità degli agenti che lo fermarono quella notte, responsabilità che mi auguro saranno finalmente appurate in occasione dell' udienza preliminare del 20 giugno, dove 4 agenti dovranno rispondere dell'accusa di omicidio colposo per le violente percosse che avrebbero inflitto al ragazzo. Del resto, il ritratto di Federico che la polizia ha cercato da subito di avvalorare è quello di un tossicodipendente e noto con stupore che perfino il pm di Bologna, che ha disposto il sequestro del 'Link', ha cercato arbitrariamente di sostanziare la tesi secondo la quale il locale sarebbe un punto abituale di spaccio connettendola alla presenza di Federico la notte della sua morte. È un fatto inaccettabile, soprattutto alla vigilia dell'udienza preliminare, sul quale ho presentato un'interrogazione parlamentare. Spero comunque che questo insieme di elementi non intralci il raggiungimento della verità e che finalmente -conclude Bulgarelli- i genitori di Federico possano avere giustizia".

Roma, 30/05/2007


TESTO INTERROGAZIONE PARLAMENTARE PRESENTATA IN DATA 30/05/07

Interrogazione a risposta scritta

Al ministro della giustizia

Premesso che:
nella notte tra il 24 e il 25 aprile 2007 un giovane, presente all'interno del locale denominato "Link", sito in via Fantoni a Bologna, veniva colto da malore per l'assunzione concomitante di alcol e sostanze stupefacenti, come accertato in seguito dai medici che lo ricoveravano in stato comatoso;

in seguito all'apertura di un fascicolo da parte della procura felsinea, in cui venivano ipotizzati a carico di ignoti i reati di lesioni gravi e spaccio di sostanze stupefacenti, il questore di Bologna disponeva la sospensione della licenza ai gestori del locale; è in corso inoltre un'inchiesta tendente ad appurare se la sostanza stupefacente assunta dal giovane sia stata venduta all'interno del locale e se il locale sia coinvolto nello spaccio di tali sostanze;

in data 28 maggio 2007, sulla stampa locale comparivano alcuni articoli riportanti affermazioni attribuite al pubblico ministero di Bologna Valter Giovannini, titolare dell'inchiesta sul "Link", e riguardanti la morte di Federico Aldrovandi, il giovane ferrarese di 18 anni morto all'alba del 25 settembre 2005 dopo un intervento della polizia, episodio per il quale è programmata per il giorno 20 giugno 2007 l'udienza preliminare che dovrà decidere sull'eventuale incriminazione di 4 agenti di polizia; il dott. Giovannini avrebbe dichiarato che la notte in cui il giovane morì questi era stato al "Link", dove "numerosi spacciatori gli offrirono ogni tipo di droga" e che questa circostanza avrebbe avuto il suo peso nella sua decisione di considerare il locale come luogo abituale di spaccio e di disporne quindi il sequestro;

a prescindere dalla genericità della circostanza citata dal dott. Giovannini - "numerosi spacciatori avrebbero offerto ogni tipo di droga"-, e dall'esito degli esami tossicologici effettuati all'indomani della morte di Federico Aldrovandi -che hanno rilevato quantità minime di sostanze stupefacenti, tali da non poterne alterare il comportamento-, desta stupore che il pubblico ministero di Bologna abbia fatto affermazioni riguardanti altro procedimento e le abbia arbitrariamente messe in relazione all'inchiesta sul locale "Link"; facendo peraltro un accostamento indebito tra la morte del giovane Aldrovandi e l'uso di sostanze stupefacenti proprio alla vigilia dell'udienza preliminare che vede come imputati alcuni agenti di polizia con l'accusa di omicidio colposo per una condotta che avrebbe travalicato i limiti del legittimo intervento in diverse circostanze; gli agenti infatti non avrebbero richiesto l'intervento del 118, avrebbero percosso il ragazzo per vincerne la resistenza (arrivando a rompere due manganelli) e continuato anche dopo averlo immobilizzato; avrebbero infine mantenuto il ragazzo, ormai agonizzante, in posizione prona ammanettato, rendendone così difficoltosa la respirazione, fino alla morte per asfissia; gli stessi agenti, inoltre, avrebbero falsificato i verbali, alterando orari e altre circostanze della morte di Aldrovandi;

si chiede di sapere:

se il ministro in indirizzo non ritenga che le esternazioni del pm Giovannini costituiscano un accostamento arbitrario tra procedimenti diversi e appaiano da una parte ininfluenti, sotto il profilo probatorio, per quanto concerne la definizione del locale "Link" come abituale luogo di spaccio e, dall'altra, del tutto inopportune in considerazione dell'imminente celebrazione dell'udienza preliminare che vede imputati quattro agenti di polizia per l'omicidio colposo di Federico Aldrovandi.

Roma, 30/05/07

sen. Mauro Bulgarelli