Per fortuna sta funzionando anche quest'anno la politica "dell'incrociamo le dita" messa in atto dal Governo in materia di esecuzione penale. In altre parole ringraziamo Dio che anche quest'anno è arrivato ferragosto senza che sia accaduto nulla nelle carceri italiane.
Vietato soltanto pronunciare le parole amnistia ed indulto, il sistema penitenziario italiano si avvia a raggiungere il record assoluto della popolazione detenuta senza che nessun partito politico, di maggioranza o di opposizione, si faccia carico di una situazione carceraria da terzo mondo.
Nessun cittadino italiano può permettersi di ignorare la drammatica situazione delle carceri del paese dove sessantamila detenuti sono ristretti ammassati uno sopra all'altro in una condizione detentiva che dovrebbe far vergognare il Governo della Nazione.
Il Governo, e l'attuale maggioranza parlamentare, preferisce tener conto dei sondaggi elettorali piuttosto che attendere ai propri doveri morali rispetto ad una situazione carceraria disperata indegna di una paese che pretende di essere annoverato tra i primi otto al mondo.
Amnistia ed indulto incondizionati, ma anche provvedimenti urgenti in favore del personale del Corpo, come l'aumento d'organico ed il riordino della carriere, per una forza di polizia spesso ignorata e bistrattata dallo Stato.
Non sappiamo fino a che punto il Governo potrà abusare della pazienza e della abnegazione dei poliziotti penitenziari, condannati a scontare una pseudo-detenzione, non meritata né voluta, oltre ogni umana sopportazione.
Le carceri non chiudono né a ferragosto, né a Pasqua e né a Natale, questo i politici non devono dimenticarlo mai, né devono dimenticare che in quelle stesse carceri prestano servizio - in nome e per conto dello Stato - quarantaquattromila poliziotti penitenziari che non meritano di essere bistrattati ed abbandonati, così come non meritano di essere "dimenticati" sessantamila detenuti.
Nessuno creda che i poliziotti penitenziari continuino a sopportare con rassegnazione l'inerzia del Governo e del Parlamento rispetto alla situazione delle carceri italiane: il Sappe preannuncia un autunno di fuoco sulla questione penitenziaria a cominciare da una grande manifestazione nazionale indetta per il prossimo 28 settembre.
