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Roma: detenuto malato di hiv muore a Regina Coeli - interrogazione di Paolo Cento a Castelli
Fonte: Roma One, 21 maggio 2005 - Ansa, 21 maggio 2005
24 maggio 2005

Un detenuto di 27 anni è spirato la notte tra mercoledì e giovedì all'interno del centro clinico del carcere di Regina Coeli. M.C., romano, affetto da hiv, era da tempo ricoverato nella struttura sanitaria della casa circondariale. Ad avvedersi della sua morte, ieri mattina, gli altri cinque detenuti con cui divideva la stanza che non, vedendolo alzarsi, hanno in un primo momento pensato che dormisse. La morte, a quanto si è appreso, sarebbe dovuta ad arresto cardiocircolatorio che l'avrebbe colpito dopo l'ultimo giro di controllo effettuato dagli agenti di polizia penitenziaria, intorno alle 3 del mattino. Del decesso è stato avvisato il pubblico ministero di turno che deciderà sullo svolgimento dell'autopsia dopo l'arrivo del primo referto sulla morte dei medici dell'istituto di pena. L'uomo, sempre a quanto si è appreso, era arrivato a Regina Coeli nel 2003 per scontare una pena definitiva fino al 2010 per un cumulo di pene legate a reati come rapine, furti ed evasioni dagli arresti domiciliari.
"Questa ennesima morte ripropone la questione della incompatibilità con il carcere di persone tossicodipendenti e malate di aids che da anni come Consulta denunciamo con forza". E questo il commento - affidato ad una nota - del presidente della Consulta penitenziaria Lillo Di Mauro. Secondo Di Mauro "i fatti accertati dicono che il giovane tossicodipendente malato di Hiv era stato a chiacchierare fino alle 6.30 di questa mattina con altri 4 compagni di sventura, poi lo hanno trovato morto all'ora della sveglia". "Questo è solo uno degli ultimi casi. Persone malate come questo giovane dovrebbero essere curate fuori dalla struttura carceraria. Gli sforzi del personale sanitario degli istituti di pena non riescono a venire incontro a quelle che sono le esigenze di questi detenuti. Il risultato è questo triste bollettino".

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Una interpellanza al ministro Castelli sul detenuto morto di Aids nel reparto clinico del carcere di Regina Coeli a Roma, è stata annunciata dal deputato Paolo Cento. "Dopo la donna morta a Rebibbia - ha detto Cento - questa volta la notizia di un detenuto morto in carcere, nonostante la gravissima malattia lo rendesse incompatibile con il sistema penitenziario, viene da Regina Coeli. Un fatto grave che richiama alla responsabilità politica del ministro di grazia e giustizia che continua a sottovalutare le drammatiche condizioni sanitarie in cui si trovano le carceri italiane e, in particolare, quelle di Roma". Secondo Cento "c'è una emergenza che richiede l'applicazione della legge sull'incompatibilità dei malati gravi con il carcere, il potenziamento delle strutture sanitarie, dei tribunali di sorveglianza".